La visione e le cose. Una conversazione sulla simultaneità

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 4, 1991, pp. 11-24

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A Nel tempo è venuto ad insediarsi un sapere secondo cui c’è un nesso profondo tra l’osservazione scientifica e la teoria dello scienziato.

B Infatti, che l’osservazione sia carica di teoria già è sostenuto dal neo positivismo.

A Partendo da qui che tipo di riflessioni si possono fare?

B Intanto, dopo gli esiti della crisi dell’osserva zione neutrale non si può più parlare della scienza come forma migliore di conoscenza.

A Tu penseresti che occorra innanzitutto mettere a tacere ogni retorica secondo cui la scienza è la migliore forma di conoscenza?

B Sì, c’è un’eredità del neo-positivismo su cui occorre promuovere un’operazione scettica. In fondo finora non è stato detto chiaramente che il modello delle scienze non è migliore di altri come ancora non una falsa ma una antica coscienza vorrebbe affermare.

A Vorresti quindi che si favorisse un discorso del tipo: la scienza è uno tra i tanti altri sistemi di opinione!

B Beh sì, è necessario un discorso sulla scienza come visione del mondo non più razionale e privilegiata di altre. Sappiamo che le affermazioni della scienza e le sue relative rappresentazioni consentono di in terpretare il mondo in un certo modo ma non in un altro.

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