L’Introduzione alle Forme elementari della vita religiosa di Emile Durkheim costituisce un testo importante non soltanto per l’antropologia e la socologia della religione, ma anche per il problema della conoscenza. In tale testo Durkheim cerca di dare soluzione all’annosa questione filosofica dell’a priori sulla base della teoria, sua e della sua scuola, delle rappresentazioni collettive. Secondo Durkheim l’alternativa fra l’apriorismo e l’empirismo poteva essere superata grazie al fatto che esistevano sì condizioni a priori della conoscenza, ma si trattava di un a priori sociale, limitato al contesto socio-culturale entro cui un individuo percepisce, conosce, agisce, e differente da contesto a contesto.
Avendone depotenziato dunque l’universalismo, Durkheim riproponeva tuttavia l’a priori kantiano nel suo essere condizione della conoscenza e dell’esperienza. Egli portava così al livello di una epistemologia della conoscenza l’insieme di ricerche e di studi che lo aveva, per esempio, portato a pubblicare, assieme a Marce! Mauss, il saggio Di alcune forme di classificazione primitiva: contributo allo studio delle rappresentazioni collettive, e che aveva spinto Robert Hertz a scrivere i suoi fondamentali studi sulla rappresentazione collettiva della morte e sulla preminenza della mano destra.