Dalla confusione ‘ronzante e fiorita’ di James al bambino ‘supercompetente’. Note sulla genesi della percezione visiva

di Maria Farneti
«atque», 4, 1991, pp. 129-148

Scarica intero Articolo

In questi ultimi trent’anni, in seguito al molti plicarsi delle ricerche sul primissimo sviluppo infantile e alla utilizzazione di approcci metodologici nuovi e sofisticati, sono stati raggiunti risultati ed acquisizioni di grande valore euristico, che hanno certamente messo in crisi l’immagine del neonato passivo e immaturo, scarsamente sensibile alle sollecitazioni del mondo esterno: e la percettologia infantile ha avuto sicuramente un ruolo di primo piano nel mettere in luce comportamenti e competenze precoci che hanno rivelato un mondo originario straordinariamente ricco, molto più organizzato di quanto prima si ritenesse. La ricerca procede spesso nella direzione in cui le nostre intuizioni, credenze o immaginazione ci portano, soprattutto laddove si pensa di trovare ciò che si ritiene presente: lo stereotipo della dipendenza totale dalla madre, l’idea adultocentrica di un bambino visto come un organismo immaturo, con un potenziale di base insufficiente, dove i bisogni fisiologici primari (fame, sonno) si presentavano come le sole esigenze manifeste da soddisfare, hanno alimentato l’ipotesi di una esperienza originaria molto povera e poco interessante dal punto di vista percettivo.

Pubblicato in Articoli
Ricerca Fascicoli e Articoli
Tipo
Anno
Fascicolo