ll sentimento della ricorsività. Sulla possibilità del cambiamento attraverso la filosofia e la psicoterapia

di Sergio Vitale
«atque», 6, 1992, pp. 185-206

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Chiamava questo: aspettare con tranquilla pazien

za. È una grande norma. Gli uomini mutano da

loro stessi, quando non si vuole espressamente

mutarli, e invece gli si offre inavvertitamente l’oc

­ casione di vedere e di ascoltare.

G.C. Lichtenberg

1. Bloch, Wittgenstein, Pessoa

Non tutto ciò che accade, accade come evento. Di quanto è racchiuso nell’arco di un solo giorno, alcune cose soltanto emergono reclamando un senso. Molte altre -ma quante? – si compiono e magari si ripetono in silenzio, vanno e vengono, si direbbe, senza lasciare traccia. Accadono di lato a noi, e per questo non ce ne avvediamo; sostano per un attimo in bilico sul filo del senso e del non-senso, e poi qualcosa (qualcuno) le fa scivolare da una parte o dall’al tra: possono nascere come evento o rimanere forse per sempre rinchiuse nel limbo della presenza. “Comun que” come dice Bloch, “la vita rimane confusa e non è stata costruita per noi; il sassolino cade ora nella pozza di una fattoria ora su una collina e raramente sul Gottardo, e anche qui ci vuole ancora una divisione delle acque, una piccola spinta da una parte e va verso il Mediterraneo, dall’altra e va verso il mare del Nord” .

 

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