Formazione del Sé e patologia borderline

di Gian Giacomo Rovera
«atque», 9, 1994, pp. 127-140

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Le problematiche connesse alla formazione del Sé ed alla patologia borderline non costituiscono un binomio indissolubile, ma sono peraltro più o meno direttamente interconnesse.

La polisemia dei termini e l’utilizzazione di modelli psicopatologici differenti fa si che tali argomenti evochino spesso, non solo un ‘impostazione ad alto grado di complessità, ma pure un’impressione di ambiguità epistemologica.  

I . La tematizzazione del “Sé” acquista significati diversi a seconda delle matrici teoriche: o come nucleo della coscienza autoriflessiva, o come struttura permanente e continuativa nel percorso psicosomatico nei vari cicli della vita, o infine come totalità delle istanze psicologiche rapportabili alla propria individualità (Galimberti, 1992). In questa dimensione tutte le componenti del Sé (Allport, 1961), vale a dire le percezioni, i sentimenti, le idee, le scelte, le azioni ecc. dell’individuo, raggiungono un elevato sviluppo nella reciprocità sociale (Mead G., 1934), ma iniziano e terminano nell’intimità del Sé cosciente.

Qualora le configurazioni più evidenti della salute e della malattia si ritrovino nel grande dialogo del mondo interpersonale, è comunque all’interno dell’individuo come unità psicosomatica che la comunicazione diventa intrapsichica e si riflette come rappresentazione mentale dell’oggetto.

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