Anarchismo, irrazionalismo, post-razionalismo

di Luigi Lentini
«atque», 10, 1994, pp. 93-110

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1.  Il metodo inesistente 

L’anarchismo costituisce il più radicale tentativo di dichiarare finalmente concluso il discorso sul metodo. Esso infatti risolve ilproblema del metodo semplicemente negando l’esistenza del metodo, ossia dissolvendo l’oggetto stesso e il presupposto del discorso.

Che il sapere scientifico sia una forma di conoscenza caratterizzata da un ben preciso insieme di regole, che ne governa la costruzione, è convinzione comune a tutta la riflessione filosofica sulla scienza fino a Feyerabend, e costituisce il punto di partenza della ricerca metodologica, la quale si pone quindi il problema di determinare queste regole e di darne una giustificazione, elaborando così una teoria sistematica del metodo.

È proprio da questo problema che nasce la controversia metodologica, e si sviluppano le diverse caratterizzazioni del metodo. Oggetto di discussione è se il metodo sia unico e invariante per tutte le fasi della scienza o se sia storicamente determinato e mutevole; se si trovi solo nel contesto della giustificazione o anche nel contesto della scoperta; se la metodologia sia astorica e normativa o storica e descrittiva. Ciò che in ogni caso resta un punto certo, fermo e indiscusso, è l’esistenza del metodo, che della controversia, e dei diversi discorsi, costituisce appunto lo stesso essenziale presupposto.

L’anarchismo, in quanto nega l’esistenza del metodo, si colloca del tutto al di fuori della controversia metodologica. Certo, Feyerabend sviluppa una articolata e implacabile critica delle varie proposte meto dologiche.

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