Affetti e delirio

di Arnaldo Ballerini e Andrea Ballerini
«atque», 13, 1996, pp. 19-30

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La storia della psichiatria può essere vista come la lotta, mai terminata del tutto, scriveva Jaspers (1913 59), fra i sostenitori di una psicosi “unica” di cui le varie forme cliniche psicotiche sono solo tappe o fasi e i sostenitori dell’esistenza di forme psicotiche fra lo ro naturalmente diverse. Quest’ultima linea di pensiero è stata quella apparentemente vincente, da E. Kraepelin (1904) in poi, anche se il “fantasma nosografico” della psicosi unica continua a riaffacciarsi sotto forme sempre diverse.

Fra le varie dicotomie nella nosografia psichiatrica fondamentale è stata quella fra campo del delirio e campo dei disturbi dell’umore. Infatti essi rinviano per la clinica psichiatrica a due grandi gruppi sin dromici: le psicosi schizofreniche e le psicosi affetti ve. Dicotomia che aveva ilsuo punto di origine nelle considerazioni di E. Kraepelin sui decorsi delle malattie mentali, attribuendo a ciò che indichiamo co me psicosi schizofrenica e che non a caso E. Kraepe lin chiamava Demenza Precoce, una fatale tendenza verso la cronicità ed il deterioramento della persona, e alle psicosi affettive una spontanea tendenza alla guarigione ed al decorso ciclico.

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