Nosografia e psicopatologia: un matrimonio impossibile?

di Mario Rossi-Monti e Giovanni Stanghellini
«atque», 13, 1996, pp. 179-194

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1. Psicopatologia, semeiotica, nosologia e nosografia 

Il termine psicopatologia ha ormai acquisito un ampio alone semantico tanto da venire spesso usato con differenti significati. In senso più generale con “psicopatologia” si indica la patologia psichica nel suo complesso ed il termine coincide quindi con l’oggetto della psichiatria. Frequentemente viene impiegato per fare riferimento ad una descrizione precisa e minuziosa dei sintomi psichiatrici ed in questa accezione la psicopatologia finisce per coincidere con la semeiotica psichiatrica. Negli Stati Uniti una tradizione che risale a James, Prince e Meyer ha scelto il termine psicopatologia per indicare «lo studio scientifico del comportamento anormale» (Klerman, 1986) stabilendo un parallelismo tra psicopatologia e psichiatria da un lato, e neuropatologia e neurologia dall’altro. In quel contesto di riferimento la psicopatologia ha conservato uno specifico interesse per la ricerca eziologica e contribuisce ad affrontare i problemi posti dalla diagnosi e dalla classificazione delle malattie mentali. Nell’Europa continenta le invece, culla della tradizione psicopatologica jaspersiana, il termine designa la disciplina che isola i fenomeni mentali per poi «raggruppare i fenomeni correlati su una base puramente fenomenologica, usan do solo quegli aspetti dei fenomeni che sono realmente esperiti come punti di differenza, ed escludendo ogni ulteriore nozione o teoria» (Jaspers, 1968). Gli elementi mediante i quali separare i diversi gruppi di fenomeni sono ricavati esclusivamente dalle autodescrizioni dei pazienti sulla base degli aspetti formali, vale a dire dei modi attraverso i quali le esperienze si presentano nel campo di coscienza.

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