La psicopatologia delle passioni nella medicina antica

di Mario Vegetti
«atque», 17, 1998, pp. 7-20

Scarica intero Articolo
  1. C’è un dato di fatto in apparenza paradossale. La psicopatologia delle passioni, o invero la psicopatologia nel suo insieme, non costituisce per la medicina antica un campo autonomo di conoscenza e di problematizzazione eziologica, diagnostica e terapeutica. La questione della psicopatologia entra nella medici na molto tardi e, come vedremo, per influenze allogene; certamente, essa è estranea alla prima grande stagione della medicina antica, quella che si suole chiamare tradizionalmente ‘ippocratica’ (fra quinto e quarto secolo avanti Cristo).

Non che, naturalmente, non siano presenti negli scritti ippocratici riferimenti a quadri morbosi a carico delle funzioni mentali, come le ‘freniti’, la mania (follia) o l’epilessia; ma si tratta in ogni caso di malattie organiche, dovute ad alterazioni febbrili o a scompensi intervenuti nella costituzione umorale del corpo, senza alcun tratto specificamente psichico.

Si tratta tuttavia, come si diceva, di un paradosso solo apparente. La pensabilità di un concetto come quello di ‘psicopatologia’, e la costituzione dell’ambi­ to problematico relativo, richiedono in effetti la pre­senza di una costellazione teorica complessa.

Pubblicato in Articoli
Ricerca Fascicoli e Articoli
Tipo
Anno
Fascicolo