La passione della verità

di Carlo Sini
«atque», 17, 1998, pp. 31-42

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Le passioni sono fenomeni ‘interiori’, soggettivi. La verità, invece, è quella che è, ovvero qualcosa di oggettivo, qualcosa che non dipende dalle nostre passioni. Questo diffuso modo di pensare ha le sue ragioni; tuttavia vorrei mostrare che anche la verità è essenzialmente una passione e anzi che non c’è nulla più della verità che lo sia. Per farlo, dovrò necessa riamente ‘smontare’ quella opinione diffusa che ritiene la verità come qualcosa di ‘oggettivo’: operazione fastidiosa e pericolosa, perché essa indurrà molti a pensare che, ‘inverità’, colui che diffonde siffatti dubbi sulla verità ‘oggettiva’ ha da essere un nichilista, un irrazionalista, un nemico della ragione logico-scientifica, un volgare sofista, un idealista o una sottospecie degli attuali patiti per l’ermeneutica, e insomma un “uomo cattivo”, come una volta disse scherzosamente Kant alludendo a se stesso. Pazienza, che farci? La passione della verità è evidentemente in me così invadente da non potermi impedire di correre questi rischi.

Dice dunque la comune opinione: verità è dire, esprimere, significare, manifestare le cose così come stanno e non come io penso che stiano o vorrei che stessero. La mia passione vorrebbe che tu mi amassi veramente, che dopo la morte ci sia un’altra vita in cui regni la giustizia e così via.

 

 

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