Il conoscere come fare

di Paolo Rossi
«atque», 18-19, 1998, pp. 7-18

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Ars simia  naturae

1. Nella cultura filosofica e scientifica del Seicento si fa strada l’affermazione dì una sostanziale non-diversità fra i prodotti dell’arte e quelli della natura. Questa tesi viene contrapposta in modo molto deciso alla tradizionale’ definizione dell’arte che porta a compimento l’opera della natura o la imita nelle sue produzioni. La pretesa dell’arte di raggiungere la perfezione della natura appare – entro la dottrina medievale della imitatio naturae – come un segno di empietà: l’arte è un tentativo di contraffare la natura nei suoi movimenti, le arti meccaniche sono advlterinae per ché prendono a prestito dalla natura i loro movimenti. Questa dottrina, secondo Francis Bacon, è legata alla teoria aristotelica della specie, in base alla quale un prodotto della natura (per esempio un albero) è qualificato come avente una forma primaria, mentre al prodotto dell’arte (per esempio un tavolo) compete solo una forma secondaria. Il programma baconiano di una Storia delle arti come parte integrante della Storia naturale appare, da questo punto di vista, molto importante: “Giustamente abbiamo considerato la Storia delle arti come una specie della Storia naturale. È infatti stata a lungo prevalente l’opinione che l’arte sia differente dalla natura e che le cose artificia li siano differenti da quelle naturali.

 

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