Note su Per la critica della psicoanalisi di Karl Jaspers

di Vania Berlincioni e Enrico Petrella
«atque», 22, 2000, pp. 151-164

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L’avversione di Karl Jaspers per la psicoanalisi trova espressione in vari luoghi delle sue opere, ma è sinteticamente puntualizzata in modo definitivo in un breve e veemente scritto del 1950. Il saggio si intitola “Per la critica della psicoanalisi”. Jaspers sessantasettenne, celebrato esponente del pensiero filosofico europeo e insieme celebre ideatore della Psicopatologia generale, offre in omaggio questo saggio al neuropsichiatra tedesco Hans W. Gruhle, in occasione del suo set­tantesimo compleanno. Il lavoro fu pubblicato su “Nervenartz”, e può essere letto in italiano nella raccolta jaspersiana Il medico nel!’età della tecnica (1986). In questo succoso volumetto è associato agli scritti sulla psicoterapia, estratti dalla sua Psicopatologia generale, e ad altri tre saggi sulla medicina e il medico (scritti dal 1953 al 1958). Gli scritti sulla psicoterapia, derivati dalla sua Psicopatologia generale (la cui prima edizione risale al 1913), furono inseriti in quell’opera monumentale quasi certamente con l’aggiornamento che Jaspers ne fece nel 1942. Quell’edizione pote’ tuttavia essere pubblicata solo dopo la guerra.

Il medico nell’età della tecnica mostra nel suo insieme come Jaspers, che idealmente poteva aspirare come pochi ad incarnare l’ideale ippocratico del “medico e filosofo”, non interrompe mai la sua riflessione sulla medicina e sulla psichiatria, sul loro “posto”, an che metodologico, nel pensiero filosofico e nelle pratiche dell’uomo.

 

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