Empatia e distanza

di Fabrizio Desideri
«atque», 25-26, 2002, pp. 7-24

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Et animus meus animai est

et ego animai sum, duo tamen non sumus

Seneca, Lettere a Lucilio, XIX.113.5

1. Come sottrarsi alla retorica che connota oggi il di scorso sull’empatia. Anzitutto ricordando che la discussione intorno al problema significato con tale termine è relativamente recente (se per recente si possono intendere circa 130-140 anni). Si potrebbe anche sostenere non troppo scherzosamente che l’empatia è tutto sommato un’invenzione moderna, nella quale non può essere trascurato il ruolo decisi vo che vi svolge la traduzione del termine tedesco Einfiihlung. Da Einfiihlung(il cui primo uso è fatto risalire ad Herder) ad empathy (ad opera di Edward Titchener, un’allievo inglese di Wilhelm Wundt) fino all’italiano empatia. I dizionari a questo punto ri conducono il lemma alla sua origine greca: empatia non sarebbe altro che ilcalco di empatheia. Mai come in questo caso, però, la somiglianza fonetica cela un abisso semantico. La genealogia concettuale qui è del tutto estrinseca.

Nell’accezione moderna e contemporanea l’empatia, l’Ein-fiihlung, indica generalmente un atto di partecipazione emotiva e d’immedesimante com prensione nei confronti di un altro soggetto umano.

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