Inconscio e conscio in Dostoevskij

di Silvano Tagliagambe
«atque», 27-28, 2003, pp. 17-64

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1. L”‘uomodel sottosuolo” e la logica a base riflessa

Di Fedor Dostoevskij, Freud se ne occupò nello scritto Dostojewski und die Vatertèitungl che si articola in due parti. Nella prima egli prende in esame, in modo specifico, l’ultimo romanzo del grande scrittore russo e riconducendone l’essenza al complesso edipico lo pone in relazione con altri due capolavori della letteratura mondiale- l’Edipo re di Sofocle e l’Amleto di Shakespeare – che hanno come argomento l’uccisione del padre compiuta dallo stesso protagonista o da altro individuo con cui quest’ultimo di identifica.Nella seconda prende spunto dall’irrefrenabile passione di Dostoevskij per il gioco, e concentrando l’attenzione sulla psicologia del giocatore, la interpreta – anche sulla scorta di un racconto che Stefan Zweig pubblica nel 1927 all’interno del volume Die Verwirrung der Gefiihle – come una forma di coazione sostitutiva che induce a riprodurre una parte di vita infantile da tempo sepolta, e cioè la tendenza ali’onanismo.

In questo scritto, come nelle lettere allo stesso Stefan Zweig del 19 ottobre 1920 e a Theodor Reik del 14 aprile 1929 dove sviluppa alcuni dei concetti proposti in Dostoevskij e ilparricidio e chiarisce i nessi fra le due parti di questo stesso scritto, Freud non fa il benché minimo accenno al ruolo che l’autore di Delitto e castigo e de I fratel­ li Karamazov svolge nell’elaborazione di una prima teoria dell’incon­ scio.

 

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