L’inconscio è il mondo. Jean-Luc Nancy legge Sigmund Freud

di Federico Leoni
«atque», 27-28, 2003, pp. 81-106

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Nancy était un jour tombé en arret,

paralysé d’émotion devant!adite phrase de Freud

“Psyche ist ausgedehnt, weiss nichts davon”

Jacques Derrida

 

1. Acefalo/ Afallico

La tentazione sarebbe quella di fare a mia volta “un discorso senza capo né coda”, “acefalo e afallico”. Come altro prendere infatti la parola intorno a Nancy? Come prendere la parola altrimenti se il di scorso di Nancy è il discorso della fine di tutto questo -della fine del fatto che il discorso abbia capo e coda, che l’essere abbia capo e co da, e insomma, in una parola, della fine della filosofia o del “senso” che la filosofia proponeva? Come farlo, se, di più, si vuol dire qualco sa proprio del “punto” in cui il discorso di Nancy intreccia quello di Freud, della piega in cui Freud, o Nancy via Freud, si situa in quel bilico in cui tutto ha ancora capo e coda e nulla ha più capo e coda, principio e fine, arché e telos, alfa e omega, anima e corpo, Io ed Es?

È il Platone del Timeo a dire e a comandare che il discorso sia,come un animale ben formato, e come quel vivente perfetto ed eterno che è il cosmo, dotato di testa, di corpo (di un “ventre”), di coda. E con ciò a dire e a comandare che anche quel che il discorso dice abbia una testa, un corpo, una coda. E che l’uomo che pronuncia quel discorso e l’uomo di cui quel discorso parla abbiano capo e co da, inizio e fine e dunque significato, ininterrotta circolazione di significato (o come significato), da capo a coda e da coda a capo.

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