Il presente in analisi

di Elena Cristiani
«atque», 3-4 n.s., 2008, pp. 341-354

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In Riflessioni teoriche sull’essenza della psiche Jung dice: «La coscienza dell’Io sembra dipendere da due fattori: anzitutto dalle condizioni della coscienza collettiva o sociale e poi dalle dominanti col lettive inconsce».

Questa affermazione richiede indubbiamente un ampliamento, sia tenendo conto d’altri aspetti della meta-psicologia junghiana, sia alla luce dei moderni sviluppi scientifici nell’ambito delle neuro scienze. Pur tenendo conto di quanto sopra, qui mi sembra importante riprenderla perché evidenzia una specificità dell’approccio junghiano nel considerare il ruolo della coscienza “collettiva o socia le” nella costruzione delle categorie di riferimento secondo cui si struttura il sistema complesso della coscienza dell’Io. Ciò mi sembra particolarmente importante perché comporta, conseguentemente, un radicale ampliamento dei presupposti della ricerca sulle “determinanti” che portano al costituirsi della coscienza individuale e il relativo disagio. Questo presuppone una concezione del costituirsi dell’individualità come derivata di una complessità che orienta la ricerca non soltanto sulle “determinanti” del soggetto concepito come sistema chiuso e autoreferenziale, ma anche come frutto di un sistema interattivo e relazionale. Riprendere quest’aspetto del pensiero di Jung mi sembra particolarmente importante oggi perché ci troviamo di fronte a sostanziali mutamenti nel vivere sociale che condizionano in modo rilevante il vissuto individuale e le categorie di riferi mento collettive.

 

 

 

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