I neuroni specchio e l’ipotesi neurale: dalla simulazione incarnata alla cognizione sociale

di Vittorio Gallese
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 181-219

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  1. Introduzione

 

Il punto di vista tradizionale nelle scienze cognitive sostiene che gli esseri umani sono capaci di comprendere il comportamento degli altri nei termini dei loro stati mentali – intenzioni, credenze e desideri – sfruttando ciò che comunemente si chiama “psicologia ingenua”. Secondo una veduta ampiamente condivisa, i primati non umani, scimmie incluse, non si affidano ad approcci fondati sul mentale per quanto riguarda il comportamento reciproco. Questo punto di vista prefigura una netta distinzione fra le specie non umane, confinate alla lettura del comportamento, e la nostra specie, per la quale la cognizione sociale fa uso di un livello diverso di spiegazione: la lettura della mente. L’indagine neuro scientifica della supposta esclusiva capacità umana di leggere la mente, tuttavia, deve fronteggiare numerosi problemi, che richiamerò brevemente.

La lettura della mente è oggi oggetto d’indagine empirica, in particolar modo dopo lo sviluppo delle potenti tecniche di brain ima ging che ci hanno messo in grado di osservare direttamente ciò che accade nel nostro cervello quando siamo impegnati in una varietà di compiti percettivi, esecutivi e cognitivi. Dovremmo, tuttavia, essere consapevoli dei rischi derivanti dall’affidarsi ciecamente al solo potere euristico del brain imaging. In special modo se i dati ottenuti con tale tecnica sono ciecamente utilizzati per convalidare nozioni pre concette di ciò che si suppone sia la mente umana e come funzioni.

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