Sogno ed esistenza. Note su Binswanger

di Eugenio Borgna
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 97-102

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Premessa

 

Non è possibile riflettere sulle considerazioni fenomenologiche e antropologiche che Ludwig Binswanger è venuto genialmente svolgendo nei suoi lavori, senza ricordare come in essi si sia ispirato, in parte, alla filosofia husserliana e in parte, sempre più dominante, a quella heideggeriana.

Quando, nel 1930, ha scritto il saggio Sogno ed esistenza, sulle correlazioni tematiche fra il sogno e l’esistenza, egli è stato radicalmente influenzato dall’opera fondamentale di Martin Heidegger, Essere e tempo, uscita nel 1927; mentre i suoi primi lavori si sono svolti nel contesto filosofico della fenomenologia husserliana, e in particolare delle Ricerche filosofiche. La ispirazione heideggeriana che è stata a fondamento dei celeberrimi studi sulla schizofrenia e sulla mania, si è venuta poi esaurendo nei suoi ultimi lavori, degli anni Sessanta, sulla malinconia e sul delirio; nei quali si è ricostituita una radicale influenza husserliana: quella tematizzata dalle Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica.

 

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