‘Reimparare a sognare’. Note su sogno, immaginazione e politica in Michel Foucault

di Stefano Catucci
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 103-118

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Toute imagination, pour être authentique,

doit réapprendre à rêver.

M. Foucault, Introduction à  L. Binswanger, Rêve et existence, 1954

 

  1. Il luogo del possibile 

Il nome di Artemidoro, al cui Libro dei sogni Michel Foucault de dica nel 1984 il capitolo d’apertura di La cura di sé, non compare nello scritto che egli aveva pubblicato giusto trent’anni prima come Introduzione a Sogno ed esistenza di Ludwig Binswanger. La rapida e vertiginosa storia del sogno da lui tracciata passava, in quell’occasione, per una grande varietà di epoche e di autori: da Cicerone a Shakespeare, da Giamblico a Novalis, da Spinoza a Schleiermacher e a Victor Hugo, passando attraverso personaggi oscuri come il medico del Seicento André de Laurent o testi letterari ammantati di leggenda come La Mort d’Agrippine di Savinien Cyrano de Bergerac. In Artemidoro, tuttavia, Foucault avrebbe potuto trovare qualcosa di molto vicino a quel suo lontano tentativo di sottrarre il sogno alle interpretazioni della psicoanalisi e di restituirlo alla sfera dell’esperienza.

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