Esperable uberty. Gli interventi clinici dell’analista come ipotesi di ricerca

di Giovanni Foresti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 197-212

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Io ritengo che non si debbano fabbricare teorie, ma che esse debbano capitare in casa come un ospite inatteso, mentre ci si occupa di ricerche sui particolari, come è accaduto per questa teoria. Ma Lei stesso deve elaborarla quando ne ha l’occasione; io non me ne occuperò, anche se l’accetto. (…)

La saluto cordialmente e Le auguro che la Sua fase produttiva duri a lungo.

Suo Freud

Introduzione

 

L’ipotesi dei Curatori di questo numero di Atque è coerente con l’orientamento prevalente nella comunità psicoanalitica da vent’anni a questa parte. Sono infatti pochi, oggi, gli psicoanalisti IPA che di chiarerebbero di contentarsi degli schemi teorici tradizionali, negando la necessità di proseguire la ricerca sulla natura dei processi interpsichici e inter-soggettivi grazie ai quali si sviluppa la pratica psicoanalitica (il problema più urgente è piuttosto un altro, attualmente: riuscire a orientarsi nella letteratura psicoanalitica e fare buon uso del le numerosissime linee di ricerca che si stanno sviluppando).

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