All’inizio del XX secolo le nuove tecniche consentono di sostituire il muro in materiali opachi con pareti di vetro che aboliscono le barriere visive tra interno ed esterno. Dopo aver illustrato l’estetica della trasparenza propugnata dal Movimento moderno, il presente saggio contrappone alla casa di vetro modernista orientata verso un’estetica prevalentemente visiva, la dimora ottocentesca che, con i suoi pesanti velluti, esprime l’idea del calore e della tattilità. Infine si interroga su come la dialettica opacità/trasparenza si configuri nella casa ipertecnologica del Terzo millennio.
Parole chiave: estetica dell’architettura, opacità-trasparenza, Walter Benjamin, architettura di vetro, domesticità
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