L’articolo analizza la famosa rappresentazione dell’Amleto di Shakespeare al Teatro d’Arte di Mosca (1911) con la regia di Konstantin Stanislavkij e le scenografie di Edward Gordon Craig. In linea con una tendenza all’interno del movimento simbolista di vedere l’opera di Shakespeare come un’opera di poesia piuttosto che come un’opera teatrale, Craig concepì la produzione come un monodramma simbolico in cui ogni aspetto della produzione sarebbe stato soggiogato al protagonista dell’opera: il gioco presenterebbe una visione onirica vista attraverso gli occhi di Amleto. Per supportare questa interpretazione, Craig ha voluto che Amleto fosse presente sul palco durante ogni scena, osservando in silenzio quelle a cui non ha partecipato. Il nocciolo della interpretazione monodrammatica di Craig stava nella messa in scena della prima scena del tribunale. Il palcoscenico era diviso nettamente in due aree attraverso l’uso dell’illuminazione: lo sfondo era molto illuminato, mentre il primo piano era scuro e ombroso; gli schermi erano allineati lungo la parete di fondo e inondati di una luce gialla diffusa. Da un alto trono su cui sedevano Claudio e Gertrude, che era immerso in un raggio dorato luminoso e diagonale, scendeva una piramide che rappresentava la gerarchia feudale; la piramide dava l’illusione di un’unica massa d’oro compatta, dalla quale le teste dei cortigiani sembravano sporgere dalle fessure del materiale. In primo piano, nell’ombra scura, giaceva accasciato Amleto, come se stesse sognando. Un velo sottile sottile era appeso tra Amleto e la corte, per rimarcare ulteriormente la divisione. Al momento dell’uscita di Claudio gli altri personaggi restavano al loro posto mentre il velo veniva allentato, così che l’intera corte sembrava sciogliersi davanti agli occhi del pubblico, come se si fosse trattato di una proiezione dei pensieri di Amleto, che ora erano rivolti altrove. Questa rappresentazione di un’atmosfera che possiamo definire “amletica” è di grande attualità, in quanto sembra descrivere in modo efficace l’odierna situazione del potere di fronte all’emergenza coronavirus.
Parole chiave: rappresentazione, potere, mente estesa, atmosfera, simbolo
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