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Sensibilità, psiche e linguaggio nella riflessione estetica e antropologica di Helmut Plessner

di Alessia Ruco
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 167-184

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Antropologia filosofica e linguaggio  Nell’opera fondativa della sua antropologia filosofica, I gradi dell’organico e l’uomo, Plessner inserisce la questione del linguaggio all’interno del capitolo sull’immediatezza mediata (vermittelte Unvermitteltheit), che insieme all’artificialità naturale e al luogo utopico costituisce uno dei tre

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Il procedimento sintagmatico del linguaggio e il problema della traduzione

di Helmut Plessner
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 151-166

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  Già discutendo le modalità dell’intuizione abbiamo riconosciuto che la funzione del linguaggio consiste nel fatto che attraverso la designazione essa rende interindividuale anche ciò che di natura non è o non è soltanto precisabile, analogamente all’aspetto qualitativo della dimensione

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Il paradosso del ricordare. La memoria e il segreto del corpo

di Felice Cimatti
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 131-147

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  C’è un gatto famoso, nella storia della scienza, il cosiddetto gatto di Schrödinger, che sembra essere – finché lo lasciamo in pace, finché non lo andiamo a cercare nella scatola dove l’abbiamo rin chiuso – contemporaneamente vivo e morto.

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Alla scoperta dell’America: cecità, sinestesia e plasticità percettiva

di Marco Mazzeo
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 117-130

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In che senso è corretto affermare che l’Homo sapiens è un anima le plastico? Quale aspetto della sua corporeità garantisce agli umani un grado di variabilità di comportamento così elevato che anche il naturalista più riduzionista non può evitare di

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Varietà di esperienza percettiva: ‘vedere-in’ vs. scambiare qualcosa per un’altra

di Alberto Voltolini
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 103-116

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Come, a partire da Wollheim, molti hanno rilevato, l’esperienza rilevante per la comprensione pittorica – l’esperienza di “vedere-in”– ha una sua fenomenologia distinta, che consiste nell’esperienza cosciente duplice della tela e del soggetto in essa raffigurato. Ora, questa fenomenologia non

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Il pensabile e l’impensabile tra Wittgenstein e Bion

di Roberto Manciocchi
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 75-99

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Uditore: «Potrebbe aggiungere qualcosa sulla differenza tra ciò che lei chiama esperienza mentale ed esperienza sensibile»? Bion: «In un certo senso questa è una domanda semplice e co me tutte le domande semplici diventa impossibile rispondere.

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Asserzione ed espressione

di Marianna Bernamaschi Ganapini
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 67-74

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  L’asserzione   Non tutte le asserzioni hanno lo scopo di informare (si conside ri, per esempio, le risposte alle domande di esame), ma informare è una delle funzioni principali dell’asserzione. Per capire cosa sia un’asserzione e come possa trasmettere

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Le forme del dire

di Mauro La Forgia
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 51-66

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Un debito di riconoscenza  Vorrei partire da un testo, Potenza dell’immagine. Rivalutazione della retorica, nel quale Ernesto Grassi poneva, a conclusione di una presenza culturale travagliata e feconda, alcuni interrogativi es senziali sulle forme espressive dell’umano, ripercorrendo peraltro una vicenda

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Di che parla la talking cure? Lo sfondo sensibile del discorrere in analisi

di Maria Ilena Marozza
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 33-50

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Una questione di stile Ed è così che accade: se non cerchi di dire ciò che è indicibile, niente va perduto. Ma l’indicibile sarà contenuto, indicibilmente, in ciò che è stato detto!  Ludwig Wittgenstein   Questo pensiero di Ludwig Wittgenstein

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Interni. Quattro variazioni quasi dialettiche intorno a sensibilità e linguaggio

di Fabrizio Desideri
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 13-32

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Il comportamento più sottilmente articolato dell’essere umano è forse il linguaggio insieme al tono della voce e alla mimica facciale. Ludwig Wittgenstein   Premessa   In un passo dei Cahiers Paul Valéry introduce un’opportuna differenziazione all’interno del concetto di sensibilità,

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