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Fenomenologia del primo incontro. Vissuti di estraneità e capacità di improvvisare del terapeuta

di Paola Cavalieri
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 213-224

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Introduzione   Partendo da alcune osservazioni cliniche, tenterò di elaborare delle riflessioni che potrebbero essere utili nel lavoro quotidiano con i nostri pazienti. Mi soffermerò su ciò che accade nel primo incon tro, con uno sguardo rivolto in particolare ad

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Esperable uberty. Gli interventi clinici dell’analista come ipotesi di ricerca

di Giovanni Foresti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 197-212

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  Io ritengo che non si debbano fabbricare teorie, ma che esse debbano capitare in casa come un ospite inatteso, mentre ci si occupa di ricerche sui particolari, come è accaduto per questa teoria. Ma Lei stesso deve elaborarla quando

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Fenomenologia e clinica dell’ordinario

di Mauro La Forgia
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 177-196

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La ricerca dell’ordinario   Afferrare, nell’esperienza e nei comportamenti, la qualità dell’ordinario è tema, insieme, di vaghezza e di complessità rilevanti. Appare ovvio, a prima vista, che ogni definizione di ordinarietà sia da riferirsi a una particolare appartenenza culturale, peraltro

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Dove la parola manca il segno. Negli interstizi trasformativi della talking cure

di Maria Ilena Marozza
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 153-176

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Ce qui n’est pas légerèrement difforme a l’air insensible – d’ou il suit que l’irrégula- rité, c’est-à dire l’inattendu, la surprise, l’étonnement – sont une partie essentielle et la caractéristique de la beauté. Charles Baudelaire       Il titolo

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Nòstoi inauditi. Dalla percezione sonora fetale all’ascolto analitico

di Elena Gigante
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 129-149

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Though this be madness, yet there is method in’t     L’inaudito come declinazione dell’inatteso   L’universo della percezione sonora fetale costituisce una matrice originaria che potrebbe essere rappresentata mediante una metafora goethiana, quella del regno delle Madri. Attraversando la

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Alle strette. L’atmosferico tra inatteso e superattese

di Tonino Griffero
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 101-128

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Atteso e inatteso   Si fa un gran parlare di esperienza. Pensando, erroneamente, che sia qualcosa di ovvio. E invece l’esperienza, quanto meno quel vissuto (anche leiblich, ossia proprio-corporeo) del quale diciamo enfaticamente che “è stata un’esperienza!”, è in linea

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L’inatteso e il sottrarsi dell’evento. Vie d’accesso filosofiche tra domandare e rispondere

di Ferdinando G. Menga
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 73-100

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Per Oriana, davvero un inatteso a cui rispondere tutti i giorni.   Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro, attutendo il

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La cura della singolarità

di Graziella Berto
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 63-72

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La consumazione dell’inconscio   C’è un messaggio, o un allarme, che ci giunge da alcune voci del la psicoanalisi contemporanea: l’“inconscio”, quella dimensione eccentrica al controllo della coscienza e densa di desideri che ci siamo abituati a chiamare in questo

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Quanto fa 25×20? Per una logica del cambiamento psichico

di Felice Cimatti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 41-62

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È molto difficile descrivere sentieri concettuali là dove sono già stati tracciati molti solchi – tuoi o di un’altra persona – e non imbattersi in una delle carreggiate già tracciate. È difficile deviare anche soltanto di poco da un vecchio

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Piccole grandi cose: tra ordinario e straordinario

di Enrico Castelli Gattinara
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 19-40

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In una delle più famose storie zen tratte da un sutra di Buddha, si parla di un uomo che, rincorso da una tigre, si getta in un precipizio afferrandosi alla radice di una vite per reggersi. La tigre lo fiuta

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