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Atque. Materiali tra filosofia e psicoterapia

Nuova serie n. 30/31 – anno 2023

 

Mente, cervello, ambiente: questioni

A cura di Silvano Tagliagambe, Fabrizio Desideri, Giuseppe Vitiello e Paolo Francesco Pieri

 

Termine di presentazione delle proposte: maggio 2023

 

Questo fascicolo di «Atque» intende riflettere sulle questioni relative al rapporto complesso tra mente, cervello e ambiente, che è al centro sia delle ricerche nell’ambito della filosofia contemporanea e, in particolare, della filosofia della mente, sia delle neuroscienze, della fisica, della matematica e della logica, e della psicologia.

 

In primo luogo c’è da considerare che dagli studi più recenti delle neuroscienze è stata confermata, sulla base di impressionanti risultati sperimentali, la tesi relativa alla “plasticità del cervello”.

 

In secondo luogo c’è da considerare che dagli studi più recenti della fisica, riguardanti in particolare la teoria quantistica dei campi, sono derivati modelli basati sul gioco complesso dello scambio continuo (nel senso di quel commercium che Kant definisce Wechselwirkung) tra il cervello e l’ambiente. Si pensi, al riguardo, al modello di Freeman-Vitiello, dove si ha l’immagine di un sistema che vive tramite una serie continua di “transizioni di fase” e dunque di nuovi livelli emergenti, dovuta, in particolare, a un meccanismo per la formazione di strutture ordinate noto come rottura spontanea di simmetria (ssb, Spontaneous Symmetry Breaking).

 

In terzo luogo, c’è da considerare che anche nella matematica e nella logica si va affacciando con sempre maggiore incidenza la questione della relazione tra la mente e l’ambiente. Per questa via emerge la convinzione che anche ammettendo che la mente, in qualche stato originario, possa essere assimilata a un sistema assiomatico, la sua interazione con l’ambiente finisce sia per rendere via via più complesso il sistema di partenza, sia per modificarlo strutturalmente in modo impredicibile – sino a sfuggire alla nostra analisi e conservare comunque una peculiare coerenza.

 

In quarto luogo, in ambito filosofico, sì è rivelato sempre più fecondo un approccio al problema della mente e della coscienza basato sulla nozione di soglia emergente (o sopravveniente) capace di superare la sterile alternativa tra riduzionismo naturalistico (la mente non è altro che il cervello) e dualismo speculativo (la mente è radicalmente altro dal cervello). Su questa base – come recenti ricerche filosofiche sul rapporto tra coscienza di sé e origine dell’estetico hanno mostrato – sarà possibile esplorare nuovi paradigmi del classico rapporto tra percezione, emozione e intelligenza.

 

A partire da queste prime indicazioni tematiche sono accettati i contributi cheaffrontino il tema centrale del nesso tra mente, cervello e ambiente sia nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia cognitiva, sia in quello della  filosofia, della matematica e della logica. Sviluppi oltre le tematiche suggerite sono benvenuti – e ibridazioni interdisciplinari auspicate.

 

Gli autori possono proporre il proprio contributo ad almeno uno dei seguenti indirizzi:

 

In primo luogo c’è da considerare che dagli studi più recenti delle neuroscienze è stata confermata, sulla base di impressionanti risultati sperimentali, la tesi relativa alla “plasticità del cervello”.

 

In secondo luogo c’è da considerare che dagli studi più recenti della fisica, riguardanti in particolare la teoria quantistica dei campi, sono derivati modelli basati sul gioco complesso dello scambio continuo (nel senso di quel commercium che Kant definisce Wechselwirkung) tra il cervello e l’ambiente. Si pensi, al riguardo, al modello di Freeman-Vitiello, dove si ha l’immagine di un sistema che vive tramite una serie continua di “transizioni di fase” e dunque di nuovi livelli emergenti, dovuta, in particolare, a un meccanismo per la formazione di strutture ordinate noto come rottura spontanea di simmetria (ssb, Spontaneous Symmetry Breaking).

 

In terzo luogo, c’è da considerare che anche nella matematica e nella logica si va affacciando con sempre maggiore incidenza la questione della relazione tra la mente e l’ambiente. Per questa via emerge la convinzione che anche ammettendo che la mente, in qualche stato originario, possa essere assimilata a un sistema assiomatico, la sua interazione con l’ambiente finisce sia per rendere via via più complesso il sistema di partenza, sia per modificarlo strutturalmente in modo impredicibile – sino a sfuggire alla nostra analisi e conservare comunque una peculiare coerenza.

 

In quarto luogo, in ambito filosofico, sì è rivelato sempre più fecondo un approccio al problema della mente e della coscienza basato sulla nozione di soglia emergente (o sopravveniente) capace di superare la sterile alternativa tra riduzionismo naturalistico (la mente non è altro che il cervello) e dualismo speculativo (la mente è radicalmente altro dal cervello). Su questa base – come recenti ricerche filosofiche sul rapporto tra coscienza di sé e origine dell’estetico hanno mostrato – sarà possibile esplorare nuovi paradigmi del classico rapporto tra percezione, emozione e intelligenza.

 

A partire da queste prime indicazioni tematiche sono accettati i contributi cheaffrontino il tema centrale del nesso tra mente, cervello e ambiente sia nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia cognitiva, sia in quello della  filosofia, della matematica e della logica. Sviluppi oltre le tematiche suggerite sono benvenuti – e ibridazioni interdisciplinari auspicate.

 

Gli autori possono proporre il proprio contributo ad almeno uno dei seguenti indirizzi:

 

sil.tagliagambe@gmail.com   fabrizio.desideri@unifi.it   paolofrancescopieri@gmail.com

 

La pubblicazione è prevista in lingua italiana. I lavori sottoposti – della dimensione massima di dieci cartelle – possono giungere fino al 31 maggio 2023 con un estratto di cento parole e un elenco di cinque-dieci parole chiave (entrambi sia in italiano che inglese).

 

 

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La redazione prenderà contatto con gli autori dei saggi.

 

 

 

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