Chi conosce Vladimiro/il vampiro che di sera/
esce dalla sua tomba/con una gran brutta cera?/
È vestito di un nero mantello,/sulla testa ha un largo cappello./
Con i suoi denti aguzzi/il sangue vuol succhiare,/
va in cerca di viventi/che vuole spaventare./
Ma è solo una finta,/é tutta fantasia,/
ed ecco dai tuoi sogni/il vampiro scappa via.
C. Albaur, Il vampiro (1996)
In questo lavoro affronteremo il tema della rappresentazione della paura in età evolutiva. L’argomento ci sembra particolarmente attuale poiché a seguito di vicende tragiche, in cui alcuni bambini sono stati vittime di violenze da parte di adulti, i mass media hanno insistentemente dibattuto sulla capacità infantile di valutare correttamente le persone incontrate e le situazioni in cui si vengono a trovare. Molti genitori sono in apprensione, temono che i propri figli non sappiano riconoscere i segnali di pericolo, in particolare, che non provino paura. Sono preoccupazioni fondate? A che età un bambino sperimenta l’emozione paurosa? In che modo la gestisce?
Cercheremo di rispondere a questi interrogativi presentando in breve alcune ricerche di tipo evolutivo sulla paura, tracciandone lo sviluppo normale, e soffermandoci sui risultati di uno studio condotto con bambini dai cinque ai dodici anni che ci hanno raccontato le loro idee sulla paura.