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Fenomenologia del primo incontro. Vissuti di estraneità e capacità di improvvisare del terapeuta

di Paola Cavalieri
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 213-224

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Introduzione   Partendo da alcune osservazioni cliniche, tenterò di elaborare delle riflessioni che potrebbero essere utili nel lavoro quotidiano con i nostri pazienti. Mi soffermerò su ciò che accade nel primo incon tro, con uno sguardo rivolto in particolare ad

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The touch beyond the screen

di Roberto Diodato
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 153-174

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Lev Manovich nel suo celebre The Language of New Media traccia una suggestiva genealogia dello schermo quale interfaccia che consente un’arte della comunicazione. Manovich collega strettamen- te i concetti di interfaccia e di schermo: «La realtà virtuale, la tele- presenza

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Introduzione

di Paola Cavalieri, Mauro La Forgia e Maria Ilena Marozza
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 11-15

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Questo fascicolo di Atque nasce dall’idea di indagare su quelle fasi del lavoro psicoterapeutico nelle quali ci si affida all’esperienza ordinaria, all’immediatezza dei vissuti e dei comportamenti, affran candosi da forme di lettura dell’altro (e di sé) trasmesse da teorie

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Karl Jaspers. Il progetto di chiarificazione dell’esistenza: alle sorgenti della cura di sé

di Giovanni Stanghellini e Alessandra Ambrosini
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 225-237

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Introduzione   Nell’arco di sei anni, dal 1913 al 1919, Karl Theodor Jaspers pubblica due opere che imprimono una svolta epocale alle Scienze dell’uomo del XX Secolo. La prima tra queste, intitolata Psicopatolo gia generale, a cento anni dalla sua

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Contatto vs perdita del contatto. Per una antropologia dell’ambiente fra Eugène Minkowsky a Gilles Deleuze

di Massimo Caci
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 175-200

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Introduzione   Il libro La Schizophrénie di Eugéne Minkowski del 19271 ha rap presentato una svolta importante nel dibattito psichiatrico sul valore da attribuire al tempo negli studi psicopatologici. Come ben sottolineato da Enzo Paci, emergono in quegli anni, grazie

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Piccole grandi cose: tra ordinario e straordinario

di Enrico Castelli Gattinara
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 19-40

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In una delle più famose storie zen tratte da un sutra di Buddha, si parla di un uomo che, rincorso da una tigre, si getta in un precipizio afferrandosi alla radice di una vite per reggersi. La tigre lo fiuta

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Prefazione

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 9-10

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Viviamo un mondo dispiegato dal nostro linguaggio e le relative pratiche. Facendo un elenco un po’ alla rinfusa, posso dire che nel mondo delle pratiche psicologiche e gli ambiti confinanti, la fanno attualmente da padroni termini e concetti come: ‘relazione’,

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Andirivieni di contatti tra corpo e mente

di Anna Gianni
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 201-214

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Tutto quello che possiamo sapere a livello empirico è che i processi del corpo e quelli della mente e dello spirito avvengono parallelamente, in un modo che per noi è misterioso. Purtroppo la nostra mente è così limitata da non

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Quanto fa 25×20? Per una logica del cambiamento psichico

di Felice Cimatti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 41-62

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È molto difficile descrivere sentieri concettuali là dove sono già stati tracciati molti solchi – tuoi o di un’altra persona – e non imbattersi in una delle carreggiate già tracciate. È difficile deviare anche soltanto di poco da un vecchio

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Introduzione

di Anna Gianni, Roberto Manciocchi e Amedeo Ruberto
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 11- 16

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Come in ogni altro numero di «Atque», anche qui proviamo a esplorare territori non consueti, aperti, in questo caso, dalla proble maticità dell’essere–in-contatto.   L’ESPERIENZA DEL CONTATTO COME RELAZIONE. – una qualsiasi definizione di “contatto” lo riduce all’avvicinamento di corpi

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