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Stati di sonnolenza. Ovvero quando sonno e veglia non sono fenomeni uniformi ma ampie classi di fenomeni

di Roberto Manciocchi
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 225-242

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Il lavoro onirico che conosciamo è soltanto un piccolo aspetto del sognare vero e proprio: quest’ultimo essendo un processo continuo che appartiene alla vita della veglia e che è in azione durante tutte le ore di veglia, ma che di

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Esperable uberty. Gli interventi clinici dell’analista come ipotesi di ricerca

di Giovanni Foresti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 197-212

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  Io ritengo che non si debbano fabbricare teorie, ma che esse debbano capitare in casa come un ospite inatteso, mentre ci si occupa di ricerche sui particolari, come è accaduto per questa teoria. Ma Lei stesso deve elaborarla quando

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Capovolgimenti e catastrofi. Fra pratiche del contatto e pratiche del contagio

di Roberto Manciocchi
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 127-149

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Il reale va bene, l’interessante è meglio. Stanley Kubrick     Introduzione   Andando a scorrere la storia della realizzazione di 2001: Odissea nello Spazio, si scopre, dal racconto dei collaboratori di Kubrick, che fra le possibilità prese in esame

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Prefazione

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 9-10

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  Questo fascicolo di «Atque» ci immette in un dibattito della psicoterapia e insieme della filosofia, dove, confrontandosi vari modi del conoscere, e non solo del conoscere, si riflette sul tema dell’esperienza dello straordinario nella vita quotidiana. Dichiaro subito che

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Fenomenologia del primo incontro. Vissuti di estraneità e capacità di improvvisare del terapeuta

di Paola Cavalieri
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 213-224

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Introduzione   Partendo da alcune osservazioni cliniche, tenterò di elaborare delle riflessioni che potrebbero essere utili nel lavoro quotidiano con i nostri pazienti. Mi soffermerò su ciò che accade nel primo incon tro, con uno sguardo rivolto in particolare ad

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The touch beyond the screen

di Roberto Diodato
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 153-174

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Lev Manovich nel suo celebre The Language of New Media traccia una suggestiva genealogia dello schermo quale interfaccia che consente un’arte della comunicazione. Manovich collega strettamen- te i concetti di interfaccia e di schermo: «La realtà virtuale, la tele- presenza

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Introduzione

di Paola Cavalieri, Mauro La Forgia e Maria Ilena Marozza
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 11-15

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Questo fascicolo di Atque nasce dall’idea di indagare su quelle fasi del lavoro psicoterapeutico nelle quali ci si affida all’esperienza ordinaria, all’immediatezza dei vissuti e dei comportamenti, affran candosi da forme di lettura dell’altro (e di sé) trasmesse da teorie

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Karl Jaspers. Il progetto di chiarificazione dell’esistenza: alle sorgenti della cura di sé

di Giovanni Stanghellini e Alessandra Ambrosini
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 225-237

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Introduzione   Nell’arco di sei anni, dal 1913 al 1919, Karl Theodor Jaspers pubblica due opere che imprimono una svolta epocale alle Scienze dell’uomo del XX Secolo. La prima tra queste, intitolata Psicopatolo gia generale, a cento anni dalla sua

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Contatto vs perdita del contatto. Per una antropologia dell’ambiente fra Eugène Minkowsky a Gilles Deleuze

di Massimo Caci
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 175-200

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Introduzione   Il libro La Schizophrénie di Eugéne Minkowski del 19271 ha rap presentato una svolta importante nel dibattito psichiatrico sul valore da attribuire al tempo negli studi psicopatologici. Come ben sottolineato da Enzo Paci, emergono in quegli anni, grazie

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Piccole grandi cose: tra ordinario e straordinario

di Enrico Castelli Gattinara
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 19-40

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In una delle più famose storie zen tratte da un sutra di Buddha, si parla di un uomo che, rincorso da una tigre, si getta in un precipizio afferrandosi alla radice di una vite per reggersi. La tigre lo fiuta

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