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Del comprendere. A partire da Wittgenstein

di Fabrizio Desideri
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 137-156

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  Si potrebbe anche chiamare filosofia tutto ciò che è possibile prima di ogni nuova scoperta e invenzione. L. Wittgenstein     Comprendere in genere   Riguardo al problema della comprensione, come riguardo a ogni altro problema filosofico, sarà bene

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Sogno ed esistenza. Note su Binswanger

di Eugenio Borgna
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 97-102

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Premessa   Non è possibile riflettere sulle considerazioni fenomenologiche e antropologiche che Ludwig Binswanger è venuto genialmente svolgendo nei suoi lavori, senza ricordare come in essi si sia ispirato, in parte, alla filosofia husserliana e in parte, sempre più dominante,

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Essere nel mondo: io e il mio doppio

di Giuseppe Vitiello
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 157-178

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Il dilemma di Lashley   Negli anni quaranta, sulla base delle sue esperienze di laboratorio Karl Lashley osservava: «Qui è il dilemma. Impulsi nervosi sono trasmessi (…) da cellula a cellula attraverso definite connessioni cellulari. Eppure, tutto il comportamento sembra

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‘Reimparare a sognare’. Note su sogno, immaginazione e politica in Michel Foucault

di Stefano Catucci
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 103-118

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Toute imagination, pour être authentique, doit réapprendre à rêver. M. Foucault, Introduction à  L. Binswanger, Rêve et existence, 1954   Il luogo del possibile  Il nome di Artemidoro, al cui Libro dei sogni Michel Foucault de dica nel 1984 il

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I neuroni specchio e l’ipotesi neurale: dalla simulazione incarnata alla cognizione sociale

di Vittorio Gallese
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 181-219

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Introduzione   Il punto di vista tradizionale nelle scienze cognitive sostiene che gli esseri umani sono capaci di comprendere il comportamento degli altri nei termini dei loro stati mentali – intenzioni, credenze e desideri – sfruttando ciò che comunemente si

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Sulla polarità tra ‘estetica e poietica’: intorno al Discorso sull’estetica di Paul Valéry

di Fabrizio Desideri
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 121-144

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Polarità generative e metafore paradigmatiche  La difficoltà di comprendere nella sua unità e coerenza di sviluppo un pensiero indubbiamente proteiforme quale quello di Paul Valéry è spesso resa insormontabile dalla pretesa di ricondurlo nella cornice di un unico paradigma teorico-concettuale

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Riflessioni su L’altro maestro

di Gerardo Botta
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 223-234

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Non posso resistere a una considerazione generale, anche se breve, sull’evento-incontro che ci riunisce oggi: è una di quelle occasioni che, nella sua novità, si costituisce come un piccolo ma significativo segno dei tempi: l’indizio di qualcosa che cambia e

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Dalla magia naturale del sogno all’ars dell’esitazione in Paul Valéry

di Felice Ciro Papparo
«atque», 8-9 n.s., 2011, pp. 145-160

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  a Bianca Maria, al suo inesausto desiderio di sognare   Perché vede più certa la cosa l’occhio nei so gni, che colla immaginazione stando desto. Leonardo

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Il linguaggio dell’apparenza. Note a partire dalla lettura junghiana di Joyce

di Giovanni Matteucci
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 213-221

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  Nel suo celebre saggio del 1932 dedicato all’Ulisse di James Joyce, Carl Gustav Jung solleva alcune questioni che possono essere utilizzate per impostare il problema del rapporto difficile tra ap parenza sensibile e linguaggio. A interessare qui non è

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L’analizzabilità del candidato-analista nel terzo millennio. Una professione in via di estinzione?

di Gianfranco D’Ingegno
«atque», 6-7 n.s., 2009, pp. 235-248

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Negli anni del pluralismo in psicologia clinica, della libera com mercializzazione, il prodotto “psicoterapia” è divenuto a tutti gli effetti un prodotto di mercato regolato da meccanismi pubblicitari. Il paziente sta divenendo sempre più un cliente, non nel senso indicato

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