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Il sé tra ambiguità e narrazione

di Giuseppe O. Longo
«atque», 9, 1994, pp. 153-172

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Prima che il mio maestro venisse a me, non sapevo di esistere. Vivevo in un mondo che era un non-mondo. Non posso sperare di descrivere adeguatamente quel tempo

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Sul sé gruppale

di Francesco Corrao
«atque», 11, 1995, pp. 11-24

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Nella vita psichica del singolo l’altro è regolarmente pre­ sente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto […] la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall’inizio, psicologia sociale (S. FREUD, Psicologia delle masse sociali e analisi

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Il sé molteplice di Fernando Pessoa

di Marco Piazza
«atque», 9, 1994, pp. 173-192

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Moltiplicazione di sé ed eteronimia   Possiamo intendere il “sé” come il luogo pre-coscienziale di un’esplorazione riflessiva che il soggetto o persona può, in qualsiasi momento della sua esistenza, compiere, raggiungendo in tal modo una sorta di coscienza della propria

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Violenza e menzogna dell’autocoscienza

di Vincenzo Vitiello
«atque», 11, 1995, pp. 25-44

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Chi dice “cogito ergo sum”? Chi può dirlo? È possibile deciderlo solo se si determina prima che cosa significa “cogito”. Ricorriamo al classico esempio cartesiano: sono accanto al camino, la legna arde, sento il calore del fuoco. Svegliandomi mi accorgo

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Il sé e i sé. Quale tipo di realtà?

di Paolo Francesco Pieri e Daniel C. Dennett
«atque», 9, 1994, pp. 193-196

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Firenze, 27 gennaio I994   Caro Professor Dennett,   a partire dalla lettura di Consciousness Explained recentemente tradotto in italiano [Coscienza. Che cos’è, Rizzoli, Milano, I 993], de sidero formulare alcune considerazioni e sottoporLe una domanda. In quel testo sembrano

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Identità

di Giovanni Jervis
«atque», 11, 1995, pp. 45-52

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Vorrei in queste righe limitarmi a esporre, in modo schematico, quali mi sembrano essere i contorni generali del tema psicologico dell’identità. L’argomento meriterebbe peraltro di essere trattato nei suoi aspetti più complessi e problematici, ma per fare questo ho l’impressione

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Università e primi viaggi: un’autobiografia

di Paul K. Feyerabend
«atque», 10, 1994, pp. 9-26

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Mio padre era rimasto solo sin dalla scomparsa della mamma. Era sopravvissuto ai bombardamenti, ed era rimasto per settimane senza luce, riscaldamento e cibo a sufficienza; per risparmiare i soldi e le cose dormiva su coperte anziché su lenzuola e

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L’identità come relazione

di Italo Valent
«atque», 11, 1995, pp. 53-72

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1. L’identità attorno a cui qui s’intende argomentare, pur attraverso un consistente sfocamento del tema, si riferisce all’esperienza umana. E anzitutto a quel precipitato della nostra esperienza che solitamente designamo con il nome di “persona”. Il concetto di persona è

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P.K. Feyerabend: un ricordo e una riflessione

di Paolo Rossi
«atque», 10, 1994, pp. 27-40

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È sempre difficile stabilire se si ha un debito più profondo verso co loro che hanno scritto pagine con le quali ci si è immediatamente senti ti in sintonia oppure verso coloro che hanno scritto pagine capaci di sti molare

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‘Sono io, questo?’ Ovvero, il Selbst nel pensiero di C. G. Jung

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 11, 1995, pp. 73-92

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Tratto esplicitamente dalla filosofia orientale, il Selbst ricorre nel pensiero di C.G. Jung per denominare l’insieme complesso dei fenomeni psichici, per cui si può dire che in generale il termine riunisce gli oggetti dell’esperienza (e quindi tutti i fenomeni della

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