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Violenza e menzogna dell’autocoscienza

di Vincenzo Vitiello
«atque», 11, 1995, pp. 25-44

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Chi dice “cogito ergo sum”? Chi può dirlo? È possibile deciderlo solo se si determina prima che cosa significa “cogito”. Ricorriamo al classico esempio cartesiano: sono accanto al camino, la legna arde, sento il calore del fuoco. Svegliandomi mi accorgo

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Distanze

di Sergio Vitale
«atque», 7, 1993, pp. 95-106

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Le tue opere ti avvicineranno agli uomini; le tue opere te li estranieranno. Talmud Babilonese, Edujot 85   L’ente che noi stessi siamo è

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Corporeità e quotidianità nell’esperienza analitica

di Giovanni Jervis
«atque», 8, 1993, pp. 33-42

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È inutile ricordare, e proprio su Atque, come la rivoluzione psicoanalitica ci abbia lasciato un sospetto sistematico sulle pretese di autotrasparenza della mente, il dubbio sull’autolegittimazione del l’io, la sovversione delle forme di buona fede correntemente accreditate dalle convenzioni sociali.

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La voce del Sé e la signora Darwin

di Carlo Sini
«atque», 9, 1994, pp. 9-20

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La voce del Sé ( Self) cominciò a parlare in inglese centoventi anni fa, in uno scambio di lettere tra un grande scienziato, allora sulla cresta dell’onda di un mare non poco tempestoso, e un giovane filosofo, matematico e psicologo,

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Il senso dell’alterità onirica

di Maria Ilena Marozza
«atque», 7, 1993, pp. 107-122

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L’alterità limite della   coscienza  Il testo junghiano ci confronta spesso con una onirica come concezione del sogno che può, a tutta prima, lasciare perplessi: una concezione che -di contro al tentativo freudiano di aprire il sogno all’esplorazione e alla comprensione cosciente

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Attraverso il dire

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 8, 1993, pp. 43-66

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Due o più persone che conversano, sono state raffigurate negli ambiti più diversi e sin dai tempi più lontani. È dalla Grecia antica sino ad oggi che la for ma letteraria del dialogo è stata una presenza costante nella poesia

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Il principio dell’io. Io, gli altri, l’alterità come abisso

di Mario Ruggenini
«atque», 9, 1994, pp. 21-46

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I. L’io come principio: ma da dove comincia l’io? Da dove parte il discorso sull’io, ovvero qual’è il principio dell’io? La risposta a questa domanda non cessa di apparire scontata alla cultura prevalente, ispirata dalle grandi decisioni metafisiche della modernità.

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Perversione e caduta dell’alterità

di Sandro Candreva
«atque», 7, 1993, pp. 123-132

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Dal punto di vista di chi ha a che fare quotidianamente con la psicopatologia, il fenomeno della pornografia testimonia pubblicamente di quale sia lo statuto dell’oggetto nel desiderio che si suole definire perverso. Il punto di vista storico-sociale, per parte

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Interrogativi attuali sulla cura

di Antonio Alberto Semi
«atque», 8, 1993, pp. 67-72

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Curare, aver cura, prendersi cura di, preoccuparsi, naturalmente, cioè occuparsi prima che se ne occupi un altro; la questione della cura, se l’analisi sia una cura o meno, nel senso di una terapia o in che altro senso. Domande non

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La fuga in sé. Variazioni sul tema della coscienza

di Fabrizio Desideri
«atque», 9, 1994, pp. 47-68

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“Autocoscienza”: se c’è una parola-chiave, un concetto fondamentale, che nella storia della filosofia moderna ha giocato “il ruolo principale”, è proprio questa. Così notava Dieter Henrich in apertura ad un importante saggio del 1970 dedicato a questo tema . A

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