Creatività

di Silvano Tagliagambe
«atque», 12, 1995, pp. 25-46

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Vedere la realtà con gli occhi dell’arte 

«Ciò che danno la pittura e la grafica viene apprezzato, al limite, co me scoperta di un’autentica realtà “altra”, che una volta conosciuta attraverso l’artista riconosciamo poi da soli, perché la vediamo attraverso i nostri propri occhi».

Così il grande pensatore russo Pavel Florenskij, matematico e filosofo, teologo e teorico dell’arte definisce e inquadra la funzione specifica della creatività artistica, il cui carattere essenziale, a suo giudizio, era stato colto meglio di ogni altro dal grande Goethe.

L’aspetto della concezione generale di quest’ultimo che attrae Florenskij e influisce in modo determinante sulla sua formazione e sullo sviluppo del suo pensiero è la specifica relazione da lui teorizzata tra il “particolare” e il “generale”, che, come sottolinea Cassirer, «è difficile trovare altrove nella storia della filosofia o delle scienze naturali. Goethe ha la ferma convinzione che non solo l’uno e l’altro siano strettamente connessi, ma che si compenetrino vicendevolmente. Il “dato di fatto” e la “teoria” non sono per lui due poli opposti: sono soltanto due espressioni e due aspetti d’una relazione unica ed indissolubile […] L’esperienza si deve muovere costantemente verso l’idea, questa verso l’esperienza, se si vuole che sia possibile una conoscenza della natura. Non ha senso domandare quale delle due abbia un maggior valore, se una sia superiore o inferiore all’altra. Qui non esiste che un semplice alternarsi».

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