‘Curare’ o ‘prendersi cura di’. Un dilemma psichiatrico della responsabilità esistenziale

di Bruno Callieri
«atque», 8, 1993, pp. 121-132

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È questa una domanda che, a prima vista, appare contraddittoria, quasi assurda, animata dall’ingenua o proterva pretesa di invadere, maldestramentee, campi eterogenei. Ma a me pare che un tale quesito, con le sue implicazioni ardite e forse utopiche, sia reso possibile e giustificato dal riconoscimento, perentorio, di una condizione: l’intimo rapporto tra esistenza e situazione, tra Daseinsanalytik e Daseinsa nalyse (Callieri, 1952). Va subito detto che questa endiadi assume di per sè la forma della problematicità: solo questa può indicare e illumi­nare il rapporto fra esistenza e situazione, per esempio, fra “avoidant structure o/ personality” e assunzione hic et nunc di un’incalzante e scottante decisione, di un’opzione comunque lacerante, giocata fra coerenza esistenziale di base e compromesso incerto e instabile (diciamo pure, pindaricamente, fra tristezza e sospetto, fra disperazione e delirio). Qui incombe e incalza la scelta (Bovi e Prudenziato, 1981), la scelta esistenziale, come atto al di sopra di ogni motivazione, sfuggente alla ragion pratica della dimensione concreta, scelta razionale e/o pulsionale, spesso inattesa, sorprendente, assurda o quasi, ma comunque sempre sottesa da scheleriani campi di valore, campi che in ultima analisi si dimostrano coerenti con la struttura esistenziale che li sottende e da cui si esprimono.

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