Dialogo, confutazione, dialettica

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 14-15, 1996, pp. 189-208

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Il concetto di dialogo

1. Nella letteratura junghiana, la parola “dialogo” indica la capacità dell’uomo di vivere in relazione con se stesso e con il mondo, in riferimento al fatto che uomo e mondo esistono veramente nella misura in cui sono in relazione tra loro.

Per la maggior parte delle teorizzazioni junghiane, il dialogo è il modo essenziale in cui la psiche viene all’espressione, e quindi il modo più proprio con cui si dà la psicologia – nel suo essere discorso della psiche che la stessa psiche rivolge a sé.

In questo senso, il dialogo è il modo attraverso cui ogni discorso assume carattere psicologico, e quindi psicoterapeutico. In particolare, ogni psicologia diventa un sistema di saperi che rifiutando una chiusura dogmatica, mantiene viva la discussione con i propri presupposti e fondamenti; e ogni psicoterapia diventa una conversazione che, non chiudendo lo psicologo in se stesso, lo auto-definisce e insieme lo apre all’altro da sé, e ciò vale per qualunque al troda sé che “l’Io” dello psicologo si trovi ad incontrare – sia dentro di sé che fuori, sia all’inizio della ricerca psicologica e psicoterapeutica che nel suo andamento (1934, pag. 119).

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