Fare artistico, fare analitico

di Lorena Preta
«atque», 2, 1990, pp. 145-156

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I. Il fare artistico

Nel saggio Eupalinos ou l’Architecte Paul Valéry immagina l’incontro di Fedro e Socrate nell’aldilà. Essi discorrono del fluire del tempo, dell’eternità, della conoscenza.Fedro parla a Socrate di un amico architetto, Eupalino, costruttore del tempio di Artemide, tante volte in vita ammirato insieme.Le argomentazioni di Eupalino riportate da Fedro servono ad introdurre un aspetto particolare della conoscenza, quello costruttivo.Socrate rifletterà che il conoscere non è un riconoscere in senso platonico ma un construire, un fare realizzativo. Ogni sapere al quale non corrisponda un potere effettivo, non ha che un’importanza convenzionale o arbitraria.Se potesse vivere di nuovo, Socrate rinuncereb­be al suo ruolo di filosofo e sceglierebbe di fare l’architetto.L’idea di un’opera non è un modello precostituito come quelli che adottano i filosofi, ma qualcosa che diviene evidente proprio nella sua edificazione. In particolare, nella architettura e nella musica si è più liberi di trovare delle soluzioni originali, svincolate dall’imitazione della natura.

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