L’articolo intende rendere conto della decostruzione derridiana dell’opposizione tradizionale tra voce e scrittura attraverso la critica della vulgata secondo la quale la decostruzione consisterebbe in una presa di partito per la scrittura contro la voce. La lettura critica del saggio “Experimentum vocis” di Giorgio Agamben, esempio recente di questa vulgata, permette di individuare l’autentica posta in gioco nella strategia adottata da Derrida: rilevare ciò che l’opposizione tradizionale tra voce e scrittura occulta nel determinare la voce quale elemento privilegiato, immediato e vivo, del logos; vale a dire la possibilità di descrivere le condizioni di possibilità della costituzione del senso nei termini che la tradizione attribuisce alla scrittura e quindi la possibilità di formalizzare tale condizioni attraverso la nozione di “arche-scrittura”.
Parole chiave: voce, scrittura, archi-scrittura, decostruzione, metafisica.
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