Freud e Wittgenstein: mitologia del quotidiano e linguaggio della scienza

di Filippo Accurso
«atque», 23-24, 2001, pp. 159-194

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Premessa

Il rapporto Wittgenstein-Freud non si esaurisce in un semplice rapporto intellettuale per lo più indiretto. È, piuttosto, una complessa mescolanza di discepolanza critica e ammirazione perturbata da par­te del filosofo austriaco nei confronti del padre della psicoanalisi .

Un rapporto complesso in cui la dimensione umana sembra assumere una piega decisamente favorevole a Freud se consideriamo che Wittgenstein si è professato un seguace (almeno fino alla fine degli anni Trenta) ritenendolo uno che ha valide ragioni per dire quello che dice anche quando sbaglia e che ha paragonato la propria originalità a quella di Freud, defìnendola una originalità del terreno non del seme visto che, a parere di Wittgenstein, il seme della psicoanalisi lo aveva gettato Breuet.

A fronte, però, degli apprezzamenti relativi alla personalità e alla statura culturale di Freud, dobbiamo registrare un atteggiamento intellettuale molto critico rivolto, in particolare, contro l’eccesso di immaginazione e contro il pregiudizio colossale sotteso alla teoria freudiana che la trasforma, per Wittgenstein, nell’espressione di uno stile di pensiero che va combattuto’.

Difficile determinare, inoltre, l’incidenza di elementi non propriamente teoretici o filosofici nella valutazione wittgensteiniana.

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