I margini della conoscenza

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 2, 1990, pp. 11-14

Scarica intero Articolo

L’uomo, il mondo e le parole non si danno mai in sé ma come effetti delle nostre pratiche conosciti ve che, nel loro instaurarsi, costringono questi tre ele menti a ridefinire le loro fisionomie e le loro stesse relazioni.

La conoscenza contemplativa

In un approccio di tipo contemplativo, il soggetto gli oggetti e i concett sussistono tra loro separatamente e prima e fuori della conoscenza. Inquesta modalità, la conoscenza viene a fondarsi allorquando approdi in un luogo puro ed esterno, a cui essi rimandano come ‘significanti’.

L’opera della conoscenza è un puro cancellare e smascherare soggetti, oggetti e concetti dislocandoli in un prima o in un oltre positivo. E, infatti, questo prima sovratemporale e questo oltre extrastorico che vengono a costituire la storia vera.

Da lì, questo unico positivo, esterno all’uomo al mondo ed alle parole, si fa garante dei significati (impossibili a raggiungersi nella ‘finitezza’ esperienzale che pur va accadendo).

Ancora, in questa prospettiva come avviene nell’ovvio e nel senso comune (che, non sa di essere ta le), si guarda la realtà come rappresentazione soggettiva prodotta da soggetti psichici in sé che, oltre a tale psichismo interno, hanno dei corpi senzienti chiu si altrettanto in sé.

 

Pubblicato in Articoli
Ricerca Fascicoli e Articoli
Tipo
Anno
Fascicolo