1.Precisazioni sull’uso del termine “psicoterapia”
A costo di rendersi tedioso e di rischiare pertanto il rifiuto preventivo e annoiato del lettore, chi scrive è costretto a ripetere qui -come premessa necessaria -quanto ha già detto in questa stessa sede , per ché solo meticolose e talvolta ovvie distinzioni pos sono rendere legittimo il discorso che segue.
Si inizierà pertanto precisando che, in queste note, viene assunto solo uno dei due valori semantici fon damentali assegnabili oggi al termine “psicoterapia”. Esso infatti, coniato nella seconda metà del secolo XIX e forse risalente al medico-lessicografo Tuke per indicare la cura per mezzo della psiche, quali che ne fossero le strategie tecniche, ha assunto, dopo l’av vento della “psicoanalisi” , valore di opposizione a quest’ultima. La psicoterapia, in altre parole, venne relegata da Freud, quale termine medico, alla significazione dell’impiego delle più svariate – e generiche -metodologie (tradizionali o meno) del trattamento dei disturbi psichici, mentre la psicoanalisi (e di conseguenza lanalisi tout court) veniva a significare la tecnica elettiva (e pertanto difficilmente con testabile) dell’esplorazione sistematica e della cura “causale” della patologia della psiche pur potendosi applicare, per il momento, ai soli disturbi di carattere nevrotico.