Il paradigma dialogico nella conoscenza e nella cura psicologica. Considerazioni sul pensiero di Mario Trevi

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 1 n.s., 2006, pp. 237-268

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C’è […] da domandarsi se l’analisi, questo prodotto

quasi casuale della psicologia del nostro secolo,

non debba […] proporsi come semplice modello paradigmatico

dell’incontro umano suscitatore di arricchimento psichico,

[per cui] la psicologia, con le sue tecniche astruse ed esoteriche,

con le sue tergiversazioni e prevaricazioni,

avrebbe […], sia pure per una strada tortuosa, riscoperto […]

il porsi reciprocamente di fronte nella modalità dell’amore.

M. Trevi, Metafore del simbolo, 1986

 

Si tenterà di ricostruire il pensiero di Mario Trevi intorno alla nozione di dialogo, intorno alla generale capacità dell’individuo di vivere in relazione con se stesso, con il mondo e con gli altri. E tutto ciò a partire dalla costatazione che la persona, il mondo e gli altri esistono veramente quando stanno in rapporto tra loro. In questa prospettiva, la relazione risulterà un fenomeno ca-originario della costituzione individuale, che, facendo decadere l’accezione del senso comune per cui due entità isolate instaurano tra loro delle relazioni, sostiene invece l’ipotesi che un individuo esiste veramente quando è ingaggiata in una qualche relazione con l’altro da sé.

È infatti di Trevi la proposta di considerare la costituzione dell’uomo (e della donna) nel dialogo che concretamente e storicamente si viene a instaurare: 

[la psicologia analitica si risolve] nel riconoscere quale unico universale del l’uomo, la possibilità di dialogo inesauribile. Solo la dialogicità fondamentale dell’uomo può varcare la storia perché la storia è il fondamento stesso di quella dialogicità.

 

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