- Tempo e spazio
Almeno da quando Immanuel Kant, congiuntamente e indissolubilmente, li considera elementi costitutivi e cardini della nostra esperienza fenomenica, tempo e spazio sono spesso accomunati in un unico destino e posti sul medesimo livello.
In realtà, le cose non sembrano stare propriamente così per vari aspetti e soprattutto per le modalità di archiviazione e codificazione, nel nostro cervello, delle informazioni corrispondenti allo spazio che ci circonda e al tempo che passa, per cui è certamente utile e istruttivo cercare di capire perché.
La comprensione del “senso della spazio” ha tratto grande impulso dalle recenti ricerche nel campo delle neuroscienze che hanno permesso di evidenziare come il sistema motorio non sia affatto peri ferico e isolato dal resto delle attività cerebrali, bensì consista di una complessa trama di aree differenziate per localizzazione e funzioni, e in grado di fornire un apporto decisivo a realizzare quelle trasformazioni sensori-motorie da cui dipendono l’individuazione, la localizzazione degli oggetti e l’attuazione dei movimenti richiesti dalla maggior parte degli atti e dei comportamenti nei quali si articola la nostra esperienza quotidiana.