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La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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La coscienza affettiva. Emozione e cognizione nel determinismo della coscienza

di Stefano Fissi
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 143-167

Nelle teorie sulla coscienza si distinguono due approcci: (i) i modelli che valorizzano la cognizione derivando dalla psicologia cognitiva e dall’intelligenza artificiale, mirano all’integrazione dell’informazione e sono basati sull’attivazione di un complesso dinamico di aree cerebrali diffuse attraverso fibre a lunga portata con connessioni rientranti nei due sensi. La teoria dello spazio di lavoro neuronale globale ne è l’espressione più aggiornata (ii) i modelli basati sull’emozione fanno riferimento al Sé come condizione della coscienza, o meglio alle sue successive rappresentazioni a livelli sempre più differenziati dell’encefalo; i sistemi affettivi primari vi imprimono specifiche coloriture emozionali. Il Sé nucleare nomotetico si differenzia nei Sé estesi idiopatici a seguito dell’accumularsi delle esperienze vitali lungo uno stato affettivo di processo primario in un continuum temporale. La mente è una rete modulare di stati del Sé.

 

Parole chiave: coscienza, spazio di lavoro neuronale globale, emozione, motivazione, Sé nucleare

 

Le prime pagine di questo articolo non ancora pubblicato online, si trovano nello sfogliabile cliccando qui – l’intero articolo è ovviamente reperibile nel fascicolo in formato cartaceo presso le “librerie amiche” ed è ordinabile all’indirizzo ordini@morettievitali.it

Elaborazione affettiva e salute

di Luigi Solano
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 169-197

Partendo da una critica della contrapposizione tra “ragione” e “sentimento” che ha attraversato la cultura occidentale, il lavoro delinea l’importanza per la salute fisica e mentale di un pieno contatto con l’affetto, più specificamente di un collegamento tra un livello più “corporeo” fisiologico, definito emozione e un livello più cognitivo, esperienziale, consapevole, definito sentimento. Tale collegamento permette una riflessione cosciente sui propri sentimenti nonché una regolazione dell’attivazione emotiva. Viene quindi trattato il costrutto dell’alessitimia, come una delle più note descrizioni di una condizione in cui il collegamento suddetto tra emozione e sentimento risulta carente. Viene riportato un caso clinico illustrativo, la descrizione degli strumenti di misura, gli effetti sulla salute, le problematiche che si vengono a determinare nel rapporto medico/paziente qualora prevalga tale dimensione.

 

Parole chiave: emozione, sentimento, alessitimia, salute

 

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Il concetto di psicosi unica è ancora valido per una comprensione dei processi affettivi nelle psicosi?

di Paola Cavalieri
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 199-216

Uno dei temi ancora controversi della riflessione psichiatrica riguarda la natura dei disturbi mentali, se si tratti di entità diagnostiche categorialmente distinte o di modulazioni diverse di un unico disturbo fondamentale. In questo lavoro si è scelto di seguire le diverse articolazioni del modello della psicosi unica, percorrendo il filone che intravede nella dimensione dell’affettività il comune denominatore al fondo delle psicosi, con l’intento di discutere se il concetto di unitarietà possa essere utile per migliorare la comprensione dei processi affettivi nelle psicosi. Seguendo alcune riflessioni fenomenologiche e il contributo delle neuroscienze affettive, viene discussa la possibilità che gli affetti possano giocare un ruolo importante nella modulazione individuale della nosologia psichiatrica.

 

Parole chiave: psicosi unica, affetti, emozioni, fenomenologia, neuroscienze affettive

 

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Verso le emozioni artificiali

di Giuseppe O. Longo
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 219-241

Il nostro atteggiamento, razionale ed emotivo, nei confronti dei robot viene esaminato a partire dagli studi di Masahiro Mori sull’avvallamento del perturbante. Ne emerge l’importanza dell’aspetto esteriore dei robot, che, nel caso di robot umanoidi, ci porta a compiere su di essi una proiezione cognitiva ed emotiva. Al crescere della complessità e della raffinatezza dei robot si pone il problema dei rapporti tra questi artefatti e gli esseri umani, rapporti che non riguardano soltanto gli aspetti funzionali ma anche quelli etici, tanto che è sorto un nuovo settore di studi, la cosiddetta roboetica, che si propone di regolare non solo la condotta dei robot verso di noi, di cui si era già occupato Asimov con le sue famose leggi della robotica, ma anche la nostra condotta nei confronti dei robot. Il problema si pone per i continui progressi delle capacità cognitive di questi artefatti e soprattutto alla luce dei tentativi di dotare i robot di emozioni e di coscienza artificiali. Ciò potrebbe portare alla costruzione di creature raffinate e sensibili che non potremmo più trattare come semplici macchine alla stregua dei frigoriferi e delle lavatrici.

 

Parole chiave: Robot, intelligenza artificiale, emozioni, coscienza, avvallamento del perturbante, estetica, etica, roboetica

 

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La macchina morbida. Androidi, emozioni e altri oggetti non identificati nella fantascienza di Philip K. Dick

di Antonino Trizzino
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 243-262

L’androide è un uomo costruito in laboratorio; un uomo che ignora di essere una macchina e che, ogni tanto, sperimenta quelle che gli uomini chiamano “emozioni”. La fantascienza di Philip K. Dick descrive un mondo intermedio fra l’organico e l’inorganico, dove le macchine provano a sostituirsi agli uomini e gli uomini decidono di disfarsi delle macchine. Che si tratti delle visioni di Dick, dei veicoli pensanti di Valentino Braitenberg, degli uccelli meccanici sognati da Yeats, della nascita della filosofia di Cartesio nel glaciale inverno del 1619 o della rivoluzione informatica di Alan Turing, tutti gli autori qui indagati immaginano una vita artificiale che è lo specchio e la soglia della nostra realtà.

 

Parole chiave: Philip K. Dick, fantascienza, androidi, veicoli pensanti di Braitenberg, Alan Turing, Cartesio

 

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Sembra viva! Estetica del perturbante nell’arte contemporanea

di Pietro Conte
«atque», 17 n.s., 2015, pp. 265-281

Nel variegato panorama dell’arte contemporanea abbondano gli esempi di opere iperrealistiche che sfruttano particolari materiali per replicare l’aspetto, il colore e persino la consistenza della pelle umana in modo da generare figure che interrogano e inquietano l’osservatore a causa della loro indistinguibilità dai modelli in carne e ossa. “Perturbante” è il nome che una lunga tradizione ha attribuito al sentimento che si prova ogni qual volta ci si ritrovi nell’impossibilità di decidere in merito alla natura animata o inanimata di ciò che si ha di fronte. La prima parte del saggio è dedicata alle riflessioni husserliane sulle figure di cera come caso emblematico di mismatch tra percezione (Wahrnehmung) e coscienza d’immagine (Bildbewusstsein). La seconda parte riassume alcuni punti salienti – benché troppo spesso ignorati dalla critica – delle analisi svolte da Ernst Jentsch e Sigmund Freud in relazione all’emozione dell’unheimlich e al suo rapporto con l’immaginario e la finzione. Il terzo e ultimo paragrafo si interroga sui motivi per cui certe immagini iperrealistiche possono essere legittimamente considerate alla stregua di opere d’arte, mentre le statue di cera alla Madame Tussauds, sebbene materialmente identiche alle loro più quotate colleghe, vengono di norma relegate alla sfera del mero virtuosismo tecnico.

 

Parole chiave: iperrealismo, fenomenologia, figure di cera, mismatch, percezione, coscienza d’immagine, distanza, Husserl.

 

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Tra psicoterapia e filosofia. Ovvero sulla cura e le sue varie declinazioni

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 16 n.s., 2015, pp. 13-15

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Frammenti di conversazione sulla cura di sé e sulla cura in generale

di Fabrizio Desideri
«atque», 16 n.s., 2015, pp. 17-31

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Aver cura del sapere

di Carlo Sini
«atque», 16 n.s., 2015, pp. 35-45

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La filosofia e la cura di sé

di Adriano Fabris
«atque», 16 n.s., 2015, pp. 47-62

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