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La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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Prefazione

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 9-10

Viviamo un mondo dispiegato dal nostro linguaggio e le relative pratiche.

Facendo un elenco un po’ alla rinfusa, posso dire che nel mondo delle pratiche psicologiche e gli ambiti confinanti, la fanno attualmente da padroni termini e concetti come: ‘relazione’, ‘diffe renziazione’, ‘individuale’, ‘spiegazione’, ‘distanziazione’, ‘astratto’, ‘mediatezza’, ‘segno’, ‘aut-aut’, ‘mente’, ‘oggetto’, ‘conscio’, ‘sapere’, ‘confini’.

Come è facilmente intuibile, l’installarsi in medias res di parole e concettualizzazioni come queste, ha messo in ombra i relativi termini e concetti opposti, come: ‘contatto’, ‘integrazione’, ‘collettivo’, (altro…)

Andirivieni di contatti tra corpo e mente

di Anna Gianni
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 201-214

Tutto quello che possiamo sapere a livello empirico è che i processi del corpo e quelli della mente e dello spirito avvengono parallelamente, in un modo che per noi è misterioso. Purtroppo la nostra mente è così limitata da non poter considerare corpo e mente come un’unica entità; probabilmente sono una cosa sola, ma noi non siamo in grado di pensarlo.

C.G. Jung2

 

 

nella convinzione che ogni ricercatore della psicologia del pro fondo debba proporsi egli stesso come oggetto di ricerca, penso pos sa essere utile a me, come piccolo sforzo di scrittura, e a chi legge, come possibilità di trovare nuove analogie e nuove metafore, riflette re insieme sulla esigenza di comprendere l’enigma dei contatti che intercorrono tra corpo e mente.

Tenterò, in questa prospettiva, nelle riflessioni che seguono, una descrizione in prima persona3 del mio vissuto corporeo legato alla pratica del Tai Ji quan, una delle discipline psicofisiche più complete dell’antica Cina. Sintesi tra arte marziale, metodo terapeutico e via della trascendenza, la pratica del Tai Ji quan è stata mantenuta segreta per molti secoli. Poiché è considerata una meditazione in movimento, prenderò come oggetto di attenzione e consapevolezza solo una parte del mio corpo, la mano, che, in analogia con il respiro, è l’oggetto di consapevolezza più comune nelle pratiche meditative

Quanto fa 25×20? Per una logica del cambiamento psichico

di Felice Cimatti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 41-62

È molto difficile descrivere sentieri concettuali là dove sono già stati tracciati molti solchi – tuoi o di un’altra persona – e non imbattersi in una delle carreggiate già tracciate. È difficile deviare anche soltanto di poco da un vecchio corso di idee.

L. Wittgenstein

 

 

Talking cure

 

La psicoanalisi è una cura, prima che una particolare teoria della mente o una specie di filosofia. E una cura è efficace se cambia, in meglio, lo stato del paziente, altrimenti non è una cura. Siccome la (altro…)

Introduzione

di Anna Gianni, Roberto Manciocchi e Amedeo Ruberto
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 11- 16

Come in ogni altro numero di «Atque», anche qui proviamo a esplorare territori non consueti, aperti, in questo caso, dalla proble maticità dell’esserein-contatto.

 

L’ESPERIENZA DEL CONTATTO COME RELAZIONE. – una qualsiasi definizione di “contatto” lo riduce all’avvicinamento di corpi (anima ti o non, reale o immaginaria) o lo astrae nel termine di “relazione”.

Ma se, in effetti, la relazione è figurativamente e concettualmente la migliore rappresentazione con cui possiamo avvicinare il “contatto”, balza subito in evidenza come il curioso e paradossale (altro…)

La cura della singolarità

di Graziella Berto
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 63-72

La consumazione dell’inconscio

 

C’è un messaggio, o un allarme, che ci giunge da alcune voci del la psicoanalisi contemporanea: l’“inconscio”, quella dimensione eccentrica al controllo della coscienza e densa di desideri che ci siamo abituati a chiamare in questo modo, si sta inaridendo, rischia di scomparire. L’effetto di tale “prosciugamento” non è però un benes sere diffuso, una guarigione e quindi una salute generalizzata ma, al contrario, un nuovo e accresciuto «disagio della civiltà». (altro…)

Le relazioni naturali. Il relazionismo di Whitehead e il problema dell’intenzionalità

di Luca Vanzago
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 19-34

Intenzionali

 

La filosofia di Alfred N. Whitehead è probabilmente la versione novecentesca più nota e importante di concezione relazionistica della realtà. Il suo pensiero si è venuto evolvendo, a partire dagli iniziali studi matematici e fisici, in direzione di una cosmologia processuale fondata sull’idea di natura come creatività, in cui un ruolo strategico giocano la critica del sostanzialismo di ascendenza aristotelica e la proposta di una concezione logica e ontologica della realtà in cui la nozione di relazione si svincola dal suo statuto di categoria secondaria per assurgere a chiave di comprensione (altro…)

L’inatteso e il sottrarsi dell’evento. Vie d’accesso filosofiche tra domandare e rispondere

di Ferdinando G. Menga
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 73-100

Per Oriana, davvero un inatteso

a cui rispondere tutti i giorni.

 

Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro, attutendo il frastuono delle voci, delle armi, degli eserciti, il riso, le grida. Eppure solo la distanza consente di risalire a un probabile inizio.

Luther Blissett, Q (altro…)

L’esperienza animale del contatto. Zoo-fenomenologia e addestramento meditativo

di Roberto Ferrari e Ricardo Pulido
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 35-62

Con non mente il fiore invita la farfalla Con non mente la farfalla raggiunge il fiore Il fiore non sa

Né sa la farfalla

Non conosco gli altri, gli altri non conoscono me Così seguiamo la legge dell’universo.

Daigu Ryokan

 

Introduzione (altro…)

Alle strette. L’atmosferico tra inatteso e superattese

di Tonino Griffero
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 101-128

Atteso e inatteso

 

Si fa un gran parlare di esperienza. Pensando, erroneamente, che sia qualcosa di ovvio. E invece l’esperienza, quanto meno quel vissuto (anche leiblich, ossia proprio-corporeo) del quale diciamo enfaticamente che “è stata un’esperienza!”, è in linea di principio, stando soprattutto al coté hegeliano-gadameriano, una fastidiosa, talvolta persino dolorosa, negatività. Di più: è, propriamente, sempre la smentita di un’attesa. Niente esperienza, dunque, in presenza di un deficit dell’attesa e, contemporaneamente, senza crisi (almeno parziale) dell’attesa. Solo che nella Modernità questo (altro…)

Il giro della prigione

di Anna Fusco di Ravello
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 63-74

zenone, il medico e alchimista protagonista dell’Opera al nero di Marguerite Yourcenar che ha lo stesso nome del filosofo di Elea famoso per il paradosso di Achille e la tartaruga, afferma: «Chi sareb be così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?».

L’uomo è un animale camminatore. E cammina. Va camminando per il mondo da più di due milioni di anni. Se si considera la massi ma di Lao Tse che recita: «un buon camminatore non lascia tracce dietro di sé», l’uomo è un pessimo camminatore perché ha lasciato tali e tante tracce nelle sue migrazioni, scoprendo nuovi territori, in contrando etnie e specie diverse, contaminandosi e (altro…)