Articoli

La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

Ricerca Fascicoli e Articoli
Tipo
Anno
Fascicolo

The touch beyond the screen

di Roberto Diodato
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 153-174

Lev Manovich nel suo celebre The Language of New Media traccia una suggestiva genealogia dello schermo quale interfaccia che consente un’arte della comunicazione. Manovich collega strettamen- te i concetti di interfaccia e di schermo: «La realtà virtuale, la tele- presenza e l’interattività – scriveva una decina di anni fa – sono con- sentite dalla recente tecnologia del computer digitale. Ma diventano reali grazie a una tecnologia molto più antica: lo schermo». (altro…)

Introduzione

di Paola Cavalieri, Mauro La Forgia e Maria Ilena Marozza
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 11-15

  1. Questo fascicolo di Atque nasce dall’idea di indagare su quelle fasi del lavoro psicoterapeutico nelle quali ci si affida all’esperienza ordinaria, all’immediatezza dei vissuti e dei comportamenti, affran candosi da forme di lettura dell’altro (e di sé) trasmesse da teorie o tradizioni di riferimento. È nostra convinzione che questi luoghi di indagine abbiano da sempre segretamente caratterizzato ogni psicoterapia; che essi siano stati, e siano ancora, travolti da rappresentazioni e resoconti dogmaticamente fantasiosi di ciò che avviene in una seduta; che, viceversa, una maggiore attenzione a essi, e a ciò che in essi si insinua o si produce, possa costituire la via règia del contatto con quanto di sottilmente pervasivo e nascosto ci attraversa, ci lega agli altri e (nel rapporto con gli altri) ci costituisce.
  2. Riteniamo, in breve, che vada ampliata e posta in primo piano la pratica del sensibile, dell’immediato, dell’“afferrabile” all’interno del dialogo: non ci sono plessi più degni e produttivi di questi per giungere all’individuazione di quanto permea la nostra presenza e le nostre relazioni, evitando ricorsi ideologici o semplicistici all’“inconscio”: riteniamo del resto che non ci sia aspetto più nascosto e inatteso di quello che ci coglie nel quotidiano, “nella nostra stessa dimora”, come pure aveva intuito il Freud più sensibile.

(altro…)

Karl Jaspers. Il progetto di chiarificazione dell’esistenza: alle sorgenti della cura di sé

di Giovanni Stanghellini e Alessandra Ambrosini
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 225-237

Introduzione

 

Nell’arco di sei anni, dal 1913 al 1919, Karl Theodor Jaspers pubblica due opere che imprimono una svolta epocale alle Scienze dell’uomo del XX Secolo. La prima tra queste, intitolata Psicopatolo gia generale, a cento anni dalla sua prima edizione, continua a rappresentare la bussola della prassi nella clinica dei disturbi mentali e a segnare l’agenda della ricerca psicopatologica. La seconda opera, la Psicologia delle visioni del mondo, è considerata l’atto di nascita di una delle principali correnti filosofiche del Novecento: l’esistenziali smo. Ci proponiamo di illustrare come queste due opere (altro…)

Contatto vs perdita del contatto. Per una antropologia dell’ambiente fra Eugène Minkowsky a Gilles Deleuze

di Massimo Caci
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 175-200

Introduzione

 

Il libro La Schizophnie di Eugéne Minkowski del 19271 ha rap presentato una svolta importante nel dibattito psichiatrico sul valore da attribuire al tempo negli studi psicopatologici. Come ben sottolineato da Enzo Paci, emergono in quegli anni, grazie alla Dasein analyse, degli studi sull’uomo incentrati non solo sulla psiche ma an che sul suo vissuto. quello che risalta da questi studi è la dimensione del sentire, del vissuto, dove il tempo dell’esperienza acquista un carattere soggettivo. quindi il ruolo della coscienza non è solo quello di un osservatore distaccato ma anche quello dell’entrare pienamen te nel tempo dell’esperienza. (altro…)

Piccole grandi cose: tra ordinario e straordinario

di Enrico Castelli Gattinara
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 19-40

In una delle più famose storie zen tratte da un sutra di Buddha, si parla di un uomo che, rincorso da una tigre, si getta in un precipizio afferrandosi alla radice di una vite per reggersi. La tigre lo fiuta dall’alto, ma non lo può prendere. Nel frattempo giunge una seconda tigre che lo fiuta dal basso, aspettando di divorarlo. In quel momento l’uomo si accorge che due topi stanno rosicchiando la radice che lo regge, ma vede anche vicino a lui una bellissima fragola. Il brevissimo racconto si conclude così: “Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!”.

Si possono trovare molte morali in questa breve favola, molti significati stratificati fra loro, ma il messaggio che trasmette è una sorta di ossimoro esistenziale fra la disperazione e la felicità: l’infelice (altro…)

Prefazione

di Paolo Francesco Pieri
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 9-10

Viviamo un mondo dispiegato dal nostro linguaggio e le relative pratiche.

Facendo un elenco un po’ alla rinfusa, posso dire che nel mondo delle pratiche psicologiche e gli ambiti confinanti, la fanno attualmente da padroni termini e concetti come: ‘relazione’, ‘diffe renziazione’, ‘individuale’, ‘spiegazione’, ‘distanziazione’, ‘astratto’, ‘mediatezza’, ‘segno’, ‘aut-aut’, ‘mente’, ‘oggetto’, ‘conscio’, ‘sapere’, ‘confini’.

Come è facilmente intuibile, l’installarsi in medias res di parole e concettualizzazioni come queste, ha messo in ombra i relativi termini e concetti opposti, come: ‘contatto’, ‘integrazione’, ‘collettivo’, (altro…)

Andirivieni di contatti tra corpo e mente

di Anna Gianni
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 201-214

Tutto quello che possiamo sapere a livello empirico è che i processi del corpo e quelli della mente e dello spirito avvengono parallelamente, in un modo che per noi è misterioso. Purtroppo la nostra mente è così limitata da non poter considerare corpo e mente come un’unica entità; probabilmente sono una cosa sola, ma noi non siamo in grado di pensarlo.

C.G. Jung2

 

 

nella convinzione che ogni ricercatore della psicologia del pro fondo debba proporsi egli stesso come oggetto di ricerca, penso pos sa essere utile a me, come piccolo sforzo di scrittura, e a chi legge, come possibilità di trovare nuove analogie e nuove metafore, riflette re insieme sulla esigenza di comprendere l’enigma dei contatti che intercorrono tra corpo e mente.

Tenterò, in questa prospettiva, nelle riflessioni che seguono, una descrizione in prima persona3 del mio vissuto corporeo legato alla pratica del Tai Ji quan, una delle discipline psicofisiche più complete dell’antica Cina. Sintesi tra arte marziale, metodo terapeutico e via della trascendenza, la pratica del Tai Ji quan è stata mantenuta segreta per molti secoli. Poiché è considerata una meditazione in movimento, prenderò come oggetto di attenzione e consapevolezza solo una parte del mio corpo, la mano, che, in analogia con il respiro, è l’oggetto di consapevolezza più comune nelle pratiche meditative

Quanto fa 25×20? Per una logica del cambiamento psichico

di Felice Cimatti
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 41-62

È molto difficile descrivere sentieri concettuali là dove sono già stati tracciati molti solchi – tuoi o di un’altra persona – e non imbattersi in una delle carreggiate già tracciate. È difficile deviare anche soltanto di poco da un vecchio corso di idee.

L. Wittgenstein

 

 

Talking cure

 

La psicoanalisi è una cura, prima che una particolare teoria della mente o una specie di filosofia. E una cura è efficace se cambia, in meglio, lo stato del paziente, altrimenti non è una cura. Siccome la (altro…)

Introduzione

di Anna Gianni, Roberto Manciocchi e Amedeo Ruberto
«atque», 11 n.s., 2012, pp. 11- 16

Come in ogni altro numero di «Atque», anche qui proviamo a esplorare territori non consueti, aperti, in questo caso, dalla proble maticità dell’esserein-contatto.

 

L’ESPERIENZA DEL CONTATTO COME RELAZIONE. – una qualsiasi definizione di “contatto” lo riduce all’avvicinamento di corpi (anima ti o non, reale o immaginaria) o lo astrae nel termine di “relazione”.

Ma se, in effetti, la relazione è figurativamente e concettualmente la migliore rappresentazione con cui possiamo avvicinare il “contatto”, balza subito in evidenza come il curioso e paradossale (altro…)

La cura della singolarità

di Graziella Berto
«atque», 10 n.s., 2012, pp. 63-72

La consumazione dell’inconscio

 

C’è un messaggio, o un allarme, che ci giunge da alcune voci del la psicoanalisi contemporanea: l’“inconscio”, quella dimensione eccentrica al controllo della coscienza e densa di desideri che ci siamo abituati a chiamare in questo modo, si sta inaridendo, rischia di scomparire. L’effetto di tale “prosciugamento” non è però un benes sere diffuso, una guarigione e quindi una salute generalizzata ma, al contrario, un nuovo e accresciuto «disagio della civiltà». (altro…)