Articoli

La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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Tempo in abbandono

di Antonino Trizzino
«atque», 3-4 n.s., 2008, pp. 241-256

Ciò che sono perdona a ciò che fui.

Paul Celan, Sudario

  

A mezzogiorno il cielo è già tutto chiuso. Sulla croce, al buio, Gesù lancia un grido: «Eloi, Eloi, lama sabactani? [Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?]». La vita, per chi sospetta di essere capitato per sbaglio in questo mondo, è dolorosa e impervia. Inutile credere che la felicità sia desiderabile. Il messaggio cristiano è chiaro: senza abbandono, nessuna garanzia di esistenza. Perché il destino dell’uomo risponde non alla necessità, ma a una decisione che lo continua. Esige una vittima. (altro…)

Di che parla la talking cure? Lo sfondo sensibile del discorrere in analisi

di Maria Ilena Marozza
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 33-50

  1. Una questione di stile

Ed è così che accade: se non cerchi di dire ciò che è indicibile, niente va perduto.

Ma l’indicibile sarà contenuto, indicibilmente, in ciò che è stato detto! 

Ludwig Wittgenstein

 

Questo pensiero di Ludwig Wittgenstein è espresso in una lettera inviata nel 1917 all’amico Paul Engelmann come commento a una poesia di Ludwig Uhland, Il biancospino del conte Eberardo, da (altro…)

Bachelard e la ‘rottura’ fenomenologica dell’istante

di Daniela Palliccia
«atque», 3-4 n.s., 2008, pp. 257-291

L’être humain n’est jamais fixé, il n’est jamais là, jamais vivant dans le temps où

les autres le voient vivre, où il dit lui-même aux autres qu’il vit […]. Où est le

temps qui marquerait d’un trait fort la dynamique de notre être, les dynamismes

multiples de notre être. Dans le règne du feu, nous sommes un brasier d’êtres. (altro…)

Le forme del dire

di Mauro La Forgia
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 51-66

  1. Un debito di riconoscenza 

Vorrei partire da un testo, Potenza dell’immagine. Rivalutazione della retorica, nel quale Ernesto Grassi poneva, a conclusione di una presenza culturale travagliata e feconda, alcuni interrogativi es senziali sulle forme espressive dell’umano, ripercorrendo peraltro una vicenda storica segnata, all’origine, dall’intreccio di linguaggio assertivo e di linguaggio argomentativo nella Grecia della tragedia e delle forme iniziali della filosofia. (altro…)

Psicopatologia e figure del presente

di Mario Rossi-Monti
«atque», 3-4 n.s., 2008, pp. 295-324

Verso il bordo della cascata?

 

A metà degli anni Ottanta uno dei pochi grandi psicoanalisti italiani scriveva alcune pagine fondamentali intorno al cambiamento al quale sembravano andati incontro i pazienti che chiedevano di sdraiarsi sul lettino di uno psicoanalista. I nostri pazienti, si chiedeva Eugenio Gaddini, sono cambiati? e se sì, come sono cambiati? Ma gli psicoanalisti, proseguiva Gaddini, sanno che questa domanda è strettamente legata a un’altra: gli psicoanalisti sono cambiati? e se sì, come sono cambiati? Il problema riguarda quindi la coppia analitica, l’accoppiamento tra paziente e analista al (altro…)

Asserzione ed espressione

di Marianna Bernamaschi Ganapini
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 67-74

 

L’asserzione

 

Non tutte le asserzioni hanno lo scopo di informare (si conside ri, per esempio, le risposte alle domande di esame), ma informare è una delle funzioni principali dell’asserzione. Per capire cosa sia un’asserzione e come possa trasmettere informazioni dobbiamo individuare le condizioni necessarie del compiere un atto assertivo. Così, dal momento che asserire è un modo di comunicare, intendo qui concentrarmi su come i parlanti comunicano nella pratica assertiva. Per affrontare questa problematica interessa capire se la nozione di “attitude expression” possa essere usata per analizzare il (altro…)

Il tempo del puer

di Luciano Perez
«atque», 3-4 n.s., 2008, pp. 325-340

A Mario Moreno

in memoriam

 

 

L’immagine di un bambino nudo che sorride radioso, un po’ scioccamente, mentre dall’altra parte un vecchio triste, rabbioso, malato e agghindato di uno sconcio perizoma se ne va, la lunga falce sulle spalle, a portare la sua vita malvissuta in un altrove sconosciuto e misterioso mi è suscitata da antiche sensazioni infantili, forse provocate da vecchie cartoline augurali o da ancora più antiche oleografie unte e bisunte sulle “dodici età dell’uomo” (evidentemente in rapporto con i dodici mesi dell’anno) poste sulla mensola dell’ampio camino di qualche secolare cascina o, soprattutto, dai (altro…)

Il pensabile e l’impensabile tra Wittgenstein e Bion

di Roberto Manciocchi
«atque», 5 n.s., 2008, pp. 75-99

Uditore: «Potrebbe aggiungere qualcosa sulla differenza tra

ciò che lei chiama esperienza mentale ed esperienza sensibile»?

Bion: «In un certo senso questa è una domanda semplice e co

me tutte le domande semplici diventa impossibile rispondere. (altro…)

Le figure etiche dell’esperienza analitica

di Luigi Aversa
«atque», 1 n.s., 2006, pp. 197-204

La sincerità senza limiti che viene richiesta

come condizione maggiore e indispensabile al paziente

non sarebbe che morbosa passività o compiaciuto e pigro arrendersi

alla più facile delle modalità di colloquio (altro…)

Verso una petica dell’esistenza: l’‘umorismo’ di Pirandello

di Enrico Ghidetti
«atque», 2 n.s., 2007, pp. 49-54

 

1907: Luigi Pirandello, spinto da un’emergenza di carriera – il concorso per accedere al ruolo di professore ordinario presso l’Istituto Superiore di Magistero di Roma – mette mano contraggenio a due libri che appariranno quasi contemporaneamente nel 1908: una raccolta di pagine critiche di diversa data (Arte e scienza, Roma, Modes) e il saggio L’Umorismo (Lanciano, Carabba), ricavato dagli appunti presi a lezione da una solerte allieva.

Il saggio reca una epigrafica dedica – «Alla buon’anima/ di/ Mattia Pascal/ bibliotecario» – che suonava irridente nei confronti del costume accademico del tempo. L’autore dedicava infatti solenne (altro…)