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La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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La pandemia ha il volto di Amleto

di Silvano Tagliagambe
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 19-51

L’articolo analizza la famosa rappresentazione dell’Amleto di Shakespeare al Teatro d’Arte di Mosca (1911) con la regia di Konstantin Stanislavkij e le scenografie di Edward Gordon Craig. In linea con una tendenza all’interno del movimento simbolista di vedere l’opera di Shakespeare come un’opera di poesia piuttosto che come un’opera teatrale, Craig concepì la produzione come un monodramma simbolico in cui ogni aspetto della produzione sarebbe stato soggiogato al protagonista dell’opera: il gioco presenterebbe una visione onirica vista attraverso gli occhi di Amleto. Per supportare questa interpretazione, Craig ha voluto che Amleto fosse presente sul palco durante ogni scena, osservando in silenzio quelle a cui non ha partecipato. Il nocciolo della interpretazione monodrammatica di Craig stava nella messa in scena della prima scena del tribunale. Il palcoscenico era diviso nettamente in due aree attraverso l’uso dell’illuminazione: lo sfondo era molto illuminato, mentre il primo piano era scuro e ombroso; gli schermi erano allineati lungo la parete di fondo e inondati di una luce gialla diffusa. Da un alto trono su cui sedevano Claudio e Gertrude, che era immerso in un raggio dorato luminoso e diagonale, scendeva una piramide che rappresentava la gerarchia feudale; la piramide dava l’illusione di un’unica massa d’oro compatta, dalla quale le teste dei cortigiani sembravano sporgere dalle fessure del materiale. In primo piano, nell’ombra scura, giaceva accasciato Amleto, come se stesse sognando. Un velo sottile sottile era appeso tra Amleto e la corte, per rimarcare ulteriormente la divisione. Al momento dell’uscita di Claudio gli altri personaggi restavano al loro posto mentre il velo veniva allentato, così che l’intera corte sembrava sciogliersi davanti agli occhi del pubblico, come se si fosse trattato di una proiezione dei pensieri di Amleto, che ora erano rivolti altrove. Questa rappresentazione di un’atmosfera che possiamo definire “amletica” è di grande attualità, in quanto sembra descrivere in modo efficace l’odierna situazione del potere di fronte all’emergenza coronavirus.

 

Parole chiave: rappresentazione, potere, mente estesa, atmosfera, simbolo

 

Le prime pagine di questo articolo non ancora pubblicato online, si trovano nello sfogliabile cliccando qui – l’intero articolo è ovviamente reperibile nel fascicolo in formato cartaceo presso le “librerie amiche” ed è ordinabile all’indirizzo ordini@morettievitali.it

L’auctoritas dai mille volti. L’assenza di volto dell’autorità contemporanea

di Francesco Valagussa
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 53-67

L’articolo cerca di individuare le aporie che caratterizzano il concetto di autorità nel suo sviluppo storico, con particolare riferimento a Hobbes e Rousseau. Alla luce della riflessione foucaultiana, si tenta di indicare quali metamorfosi abbia poi subito il concetto di autorità nel passaggio dalla logica dialettica, tipica della cosiddetta teologia politica, alla logica strategica tramite cui si configura l’orizzonte biopolitico. L’autorità diviene oggi appannaggio dell’apparato produttivo: nell’attuale quadro socio-economico è impossibile dare un volto univoco e coerente all’autorità, che tende invece a presentarsi frantumata in mille schegge, del tutto eterogenee tra loro.

 

Parole chiaveauctoritas, potestas, teologia politica, biopolitica, Benveniste

 

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La narrazione del padre. Considerazioni su Alexandre Kojève, l’autorità, la tradizione

di Massimo Palma
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 69-91

Alexandre Kojève (1902-1968), filosofo di origine russa, indaga in un trattato pubblicato postumo dal titolo La nozione di autorità (1942) i tipi del fenomeno autoritativo. Tra le quattro tipologie – signore, capo, giudice, padre – l’ultima è quella che intrattiene un rapporto col passato e con la tradizione. Pur priva di ogni qualità personale, di ogni carattere dirimente, governando il racconto della tradizione, secondo Kojève l’autorità paterna è un tipo determinante nella configurazione di ogni regime politico. Questo contributo mira a illuminare alcuni aspetti della definizione apparentemente solo funzionale di autorità paterna in Kojève nella cornice più ampia della sua filosofia, insistendo sul rapporto che intrattiene con il tema del saggio del sapere assoluto e con le sue fattezze virili.

 

Parole chiave: padre, autorità, libro, saggio, tradizione

 

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Una tutt’altra sovranità. Rileggendo “La Sovranità” di Georges Bataille

di Felice Ciro Papparo
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 93-124

Che cos’è la sovranità? Mai come in questi anni questo concetto è stato al centro del dibattito politico e culturale. Ci sono però vari modi di declinare questo «potere originario e indipendente da ogni altro potere». Georges Bataille, per esempio, ci ha offerto settant’anni fa un’interpretazione della sovranità che può essere davvero interessante far reagire sull’oggi. Una sovranità che «ha poco a che vedere con quella degli Stati» e che si configura innanzitutto come «aspetto opposto, nella vita umana, a quello servile o subordinato». Indicando così soprattutto uno spazio di esperienza – giacché per il filosofo francese l’esperienza è la «sola autorità, il solo valore» – in cui la vita si prova. Non insomma l’esercizio di un potere che asservisce e vincola, che compete e resta chiuso in sé, ma la liberazione, l’uscita fuori di sé, la «distruzione dell’abitudine ad avere uno scopo», aprendosi al piacere della propria consumazione. Questo saggio intende proprio andare a vedere come Bataille fa apparire questa «tutt’altra sovranità» nelle diverse forme dell’esistere umano: nell’infanzia, nella giovinezza, nelle figure della «minorità» che la letteratura e l’arte, nel loro confronto con il male e la crudeltà, ci hanno saputo presentare.

 

Parole chiave: Bataille, sovranità, nulla, soggettività, puerilità, Kafka

 

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Il volto e l’identità. A partire da Canetti e Deleuze

di Ubaldo Fadini
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 125-142

Sono Gilles Deleuze e Félix Guattari, anche in relazione con le tesi di Elias Canetti contenute in Massa e potere, ad articolare una salutare impresa teorica, su diversi piani, caratterizzata dall’affermazione di una decisiva politicità del viso, che consente di leggere la sua realtà in termini tali da rinviarla infine a flussi, intensità e insiemi di vicinanze [prossimità] mai fissabili una volta per tutte. Il presente contributo evidenzia il carattere operativo dell’identificazione del viso con la maschera, sulla scia di alcune riflessioni di Alessandro Pizzorno, e l’importanza di una politica conseguente del disfarlo in vista della liberazione di ciò che potrà impegnarsi nella delineazione di divenire realmente non assorbibili dai concatenamenti dati di potere.

 

Parole chiave: viso, maschera, corpo, identità, politica

 

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Tornare indietro e andare avanti

di Amedeo Ruberto
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 143-152

In questo articolo si considerano alcuni elementi di carattere concettuale ed esperienziale particolarmente stressati in periodo di pandemia. In particolare il meccanismo psicologico della regressione, dell’andare indietro, appare necessariamente connesso alla possibilità di sviluppi non conflittuali e a soluzioni trasformative.

 

Parole chiave: istinto di autoconservazione e di conservazione della specie, regressione, psicoterapia

 

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Disordine, irritazione, cura. La pandemia in psicoterapia

di Mauro La Forgia
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 153-160

L’autore propone un resoconto soggettivo dei sentimenti di sconcerto, di disordine, di irritazione, spesso accompagnati da agiti abbandonici, che hanno caratterizzato la sua esperienza psicoterapeutica nelle fasi pandemiche, condotta attraverso sedute online. Viene proposta una casistica di reazioni della coppia analitica alla nuova forma di setting, e si indicano soluzioni delle problematiche più evidenti.

 

Parole chiave: pandemia, psicoterapia online, setting

 

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Autorità. Per una storia del legame auctoritas-exousìa

di Pietro De Marco
«atque», 26-27 n.s., 2020, pp. 161-218

L’autorità appare studiata oggi in un orizzonte compreso tra la diagnosi della sua crisi (politica, morale e in generale gerarchica) e la sua sopravvivenza inormale, liquida, nel mondo relazionale. Si impone uno studio della molteplicità dei vocaboli che designano l’Autorità (e la interpretano), a partire dalle culture latine, greche ed ellenizzate, classiche e cristiane, attraverso le trasformazioni medievali, fino alla costruzione della sovranità moderna e al conflitto, semplificatore, tra potestas statuale e auctoritas della Chiesa. L’autore esplora le interferenze tra auctoritas romana e exousia greca, precristiana e cristiana, della duplice traduzione di exousia con potestas, poi con auctoritas, authority, autorité, e forse con souveraineté e maestà, e i corrispettivi istituzionali e ideologici, come invito a tenere conto di costanti e variabili del linguaggio teologico-politico. La trascendenza e la contemporanea azione dell’autorità sono espresse più profondamente dalla teologia cristiana dell’incarnazione e dalla ‘duplice’ natura del Cristo.

 

Parole chiave: autorità, auctoritas, autorité, potestas, imperium, exousia, Herrschaft, souveraineté, maiestas, teologico-politico, Carl Schmitt, regalità, Augusto, Paolo ai Romani, Vangelo di Giovanni, Nuovo Testamento greco, ps.-Ecfanto, Max Weber, linguaggio politico, Alexandre Kojève, Joseph de Maistre

 

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Ulterior…mente: l’empatia e il mito della prospettiva internalista

di Silvano Tagliagambe
«atque», 25 n.s., 2019, pp. 39-76

Lo scopo di questo articolo è la critica dell’idea che accorda una priorità esclusiva al caso in prima persona e che suppone una stretta connessione tra l’autocoscienza e la nostra capacità di pensare agli altri. La duplice convinzione che la capacità di riconoscersi allo specchio sia un indicatore di autocoscienza e che l’accesso privilegiato alla propria esperienza interna costituisca la condizione necessaria e sufficiente per esercitare una capacità non problematica di praticare l’empatia e di comprendere lo stato interno e i sentimenti dell’altro, possono essere considerati un falso mito. A sostegno di questa nostra tesi c’è l’inevitabile presenza di uno scarto, che preclude la possibilità di una totale coincidenza della persona con il proprio corpo e la propria mente e che ci costringe ad andare “oltre” noi stessi, se vogliamo davvero esercitare le prerogative inerenti alla creatività della natura umana, che spingono verso la necessità di superare gli stili di pensiero abituali ed egemonici e le forme di vita abituali e consolidate. Queste conclusioni sono oggi supportate e confermate sia dagli sviluppi delle neuroscienze che dalla fisica quantistica.

 

Parole chiave: oltre, confine, essere e avere, connettoma, corpo duale, decoincidenza/eccentricità, unidualità, mente estesa, intelligenza connettiva, riserva cognitiva

 

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Empatia, mindreading e introspezione

di Massimo Marraffa
«atque», 25 n.s., 2019, pp. 77-105

Alcuni studiosi hanno proposto teorie dell’empatia sulla base dell’approccio simulazionista alla cognizione sociale. In questo quadro, è stata tracciata una distinzione fra un’empatia “primaria” (o “rispecchiamento” o “mindreading di basso livello”), caratterizzata da una precoce comparsa nell’ontogenesi e un’estrema austerità concettuale, e un’empatia “ricostruttiva” (o “mindreading di alto livello”) dallo sviluppo più tardo e basata su una capacità di simulazione immaginativa più complessa sotto il profilo concettuale. L’empatia in quanto rispecchiamento porta all’attribuzione di stati mentali semplici come le emozioni di base della tradizione psicoevoluzionistica; l’empatia ricostruttiva conduce all’attribuzione di stati mentali complessi come gli atteggiamenti proposizionali. In questo articolo esaminiamo criticamente queste idee sull’empatia, concentrandoci su due filoni della teorizzazione simulazionista: la teoria simulazionista dell’empatia primaria basata sulla neuroscienza dei neuroni specchio; e la teoria dell’empatia ricostruttiva basata sul mindreading di alto livello proposta da Alvin Goldman. Ambedue le proposte teoriche – sosterremo – incontrano grosse difficoltà.

 

Parole chiave: empatia, parità fra prima e terza persona nella conoscenza di sé, rispecchiamento, teoria della simulazione mentale, teoria della teoria

 

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