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La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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Il velo dell’autocoscienza: Kant, Schiller e Novalis

di Fabrizio Desideri
«atque», 16, 1997, pp. 27-42

1. La ricerca di Iside percorre in maniera spesso sotterranea (occulta) tutta la storia della cultura europea. È però nell’ambito dell’Illuminismo che questa ricerca per così dire emerge, si rende maggiormente visibile nella preoccupazione, comune a quest’epoca del pensiero, di trovare la fonte di ogni sapienza e con essa di ogni mitologia. Inquesta preoccupazione possiamo distinguere due aspetti tra loro strettamente correlati. Anzitutto, interrogando la figura di Iside, la Dea egiziana sposa-sorella di Osiride, l’Illuminismo europeo è alla ricerca di un simbolo che possa ricondurre Cristianesimo (Maria Vergine come tra sformazione-trasmigrazione dell’antico simbolo) ed Ebraismo ad una comune matrice e, proprio in virtù di questa riconduzione, permetta di “naturalizzare” il (altro…)

Noia

di Riccardo Dalle Luche
«atque», 17, 1998, pp. 43-66

PRIMA PARTE 

Parlare della noia

La noia non è una passione, ma quell’esperienza che in determinate persone (in determinati temperamenti) è prodotta dall’assenza di passioni; la noia non è l’a-patia, l’indifferenza, ma piuttosto l’inclinazione a patire per l’a-patia o l’anestesia affettiva appena esse si annunciano. L’annoiato ha un bisogno estremo di sentire, e solo appassionandosi può ripristinare, col contatto con l’ambiente e col mondo, quello con se stesso. La noia è quindi una sorta di negativa, oppure di matrice delle passioni, è il sentimento non della mancanza di sentimenti, ma di oggetti che possano suscitarne di (altro…)

Materia, forma, mente e coscienza

di Stefano Fissi
«atque», 16, 1997, pp. 43-72

Le forme del tutto esistono nella forma

dell’ intelletto che le abbraccia.

Ibn Gabirol, filosofo e poeta ebreo

dell’XI secolo.

 

Materia e mente nella scienza

 La scienza moderna si è costituita quando, con Galileo  e la creazione della fisica matematica, si è delimitato  l’oggetto d’indagine a ciò che era quantitativamente moderna misurabile, e per (altro…)

Clinica della nostalgia e patologia del Nestos

di Romolo Rossi e Piera Fele
«atque», 17, 1998, pp. 67-82

Il processo analitico è in qualche modo fondato sulla nostalgia, dato che si gioca sul filo dell’allora e dell’adesso, e lo sguardo rivolto indietro costituisce una condizione indispensabile per il suo sviluppo. Una componente nostalgica permea l’evolversi e il procedere dell’analisi, è un ingrediente fondamentale della relazione transferale, e rappresenta l’ostacolo forse più rilevante alla sua fine. Ma al di là della sua valenza intrinseca nel funzionamento del processo psicoanalitico, è possibile individuare e seguire il filo nostalgico che segna la vita di ognuno, su cui si fonda la tendenza a ipervalutare il passato e a costituire una mitologica età dell’oro verso cui tendere, e ad alimentare in ognuno, in diversa misura, una vena di laudatores temporis acti connessa al rimpianto di un (altro…)

Psicodinamica intenzionale

di Mauro La Forgia
«atque», 16, 1997, pp. 73-92

Un’overdose d’amore,

un’overdose anche per me

Zucchero (Sugar) Fornaciari, 1990

 

  1. Alcune occorrenze cliniche esemplificative

Un uomo sogna di vivere sott’acqua; abita una villa di stile spagnolesco che ricorda Cent’anni di solitudine; da qualche parte, una pietra osmotica consente il mantenimento di una bolla d’aria che (altro…)

Sulle orme della vergogna

di Mario Rossi-Monti
«atque», 17, 1998, pp. 83-100

  1. Vergogna efollia

Quale posto occupa la vergogna in psicopatologia? Non si può ri spondere a questa domanda senza tenere conto di due dati fonda mentali. Il primo è rappresentato dal fatto che in psicopatologia ilva riegato campo delle emozioni è stato tradizionalmente bipartito tra depressione ed elazione maniacale. Gli psichiatri hanno guardato alle emozioni abbagliati da ciò che la clinica metteva drammaticamente sotto i loro occhi, senza tenere sufficientemente conto della ampiezza dello sfondo emotivo sul quale si realizzano patologie psichiche solo apparentemente dominate da un solo affetto. Da Kraepelin in poi, la I  divisione del campo emotivo nei due tradizionali ambiti della mania e  della depressione, se da un lato ha enucleato con chiarezza l’area della bipolarità maniaco- (altro…)

L’immaginazione all’origine della realtà psichica

di Maria Ilena Marozza
«atque», 12, 1995, pp. 63-78

1 L’immaginazione come fondamento del “liberopensiero “ 

Conflitti dell’anima infantile è un piccolo saggio scritto da Jung nel 1909, con l’intento di supportare il materiale descritto da Freud nel caso clinico del Piccolo Hans. Inesso, Jung parla dello sviluppo della curiosità sessuale di una bambina di quattro anni, Anna, impegnata nella comprensione dell’enigma della nascita di un fratellino. Il tipico procedere della comprensione infantile tra piccole crisi di angoscia fobica, osservazioni pertinenti, elaborazioni fantastiche ed oniriche fu in questo caso intercalato da spiegazioni paterne tendenti a ridurre l’angoscia e il proliferare nella bambina di fantasie distorte, metten dola al corrente della verità scientifica riguardo al concepimento ed alla nascita. (altro…)

Nora: un’immagine letteraria dell’esaltazione

di Giacomo Calvi e Lorenzo Calvi
«atque», 13, 1996, pp. 87-96

È noto che Binswanger ha dedicato molta attenzione al teatro di Ibsen e che ne ha tratto alcuni elementi di riflessione, soprattutto nella preparazione degli studi sulla esistenza mancata e sulla proporzione antropologica. Abbiamo pensato di affrontare anche noi almeno un dramma del medesimo autore per calarci nella stessa atmosfera culturale e partecipare più intensamente allo spirito della Daseinsanalyse. Abbiamo riletto Una casa di bambola, trovando nel personaggio di Nora un’immagine stupenda della esaltazione.

Per riassumere brevemente il dramma di Nora, basterà ricordare che si tratta d’una giovane donna, madre di due bimbi e moglie d’un uomo in carriera. La sua casa è una casa di bambola, perché (altro…)

Intermezzo sul significato

di Alberto Peruzzi
«atque», 14-15, 1996, pp. 131-154

Due punti di vista insaturi

Le teorie del significato possono essere distinte in due classi, a seconda che adottino un punto di vista esterno o uno interno al sistema di rappresentazione che si suppone correli le espressioni linguistiche a ciò che esse denotano.

Nelle teorie che adottano il primo punto di vista (le teorie “esternaliste”), il riferimento (fissato social mente o in altro modo) è la componente primaria del significato, i vincoli ambientali giocano un (altro…)

I molti e l’uno in alchimia: l’immaginatio come luogo di integrazione e di confusività della materia psichica

di Stefano Fissi
«atque», 12, 1995, pp. 79-106

Da En Soph, ossia dall’Uno più generale, fu prodotto l’Universo, che è Adarn Kadmon,

ilquale è Uno e Molti e dal quale

e nel quale sono tutte le cose.

K. von Roserothl

 

Tu non realizzerai mai l’Uno, che tu cerchi, (altro…)