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La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli di tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

Essendo digitalizzato l’intero archivio storico, per individuare gli articoli e poterne fare le ricerche sia per autore che per parola chiave, basta consultare questo indice articoli e qualora interessi scaricare il file pdf, cliccare sul titolo.

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Il progetto di una morfologia plastica

di Salvatore Tedesco
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 47-61

3

Il presente contributo mira a esaminare le prospettive di una morfologia “plastica”, attenta cioè alla teorizzazione di una metamorfosi intesa come radicale rimessa in discussione della sostanza e dell’individualità della forma; a partire da Goethe, attraverso la scuola di Warburg e sino alle ricerche di Malabou, si intende illustrare e brevemente verificare la possibilità di una tale linea di ricerca.

 

Parole chiave: Estetica, morfologia, Goethe, plasticità

 

Le prime pagine di questo articolo non ancora pubblicato online, si trovano nello sfogliabile cliccando qui – l’intero articolo è ovviamente reperibile nel fascicolo in formato cartaceo presso le “librerie amiche” ed è ordinabile all’indirizzo ordini@morettievitali.it

Prospettive sulle/delle metamorfosi tecnologiche

di Laura Corti e Marta Bertolaso
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 63-84

4

Il presente contributo vuole offrire una chiave di lettura per la problematica relazione tra uomo e Intelligenza Artificiale mediante il concetto di metamorfosi che può significare non solo un cambiamento di forma esterno ma anche un cambiamento biologico. La metamorfosi diventa, dunque, un concetto guida per analizzare non solo la retroazione che i dispositivi sviluppati mediante i.a. hanno sul soggetto ma anche il problema della fondazione dell’i.a. Il primo problema è affrontato attraverso un case study nel quale verrà analizzato il problema della stretta relazione che stabiliamo con il cellulare; al contrario, il problema di fondazione dell’i.a. mostra come l’uomo diventi misura per costruire un nuovo oggetto, che, seppur legato alla natura materiale, si avvicina all’uomo per capacità. La struttura argomentativa esplora, dunque, tre direttrici essenziali di metamorfosi: la prima trasformazione è interna al soggetto e avviene nella struttura percettiva e conoscitiva attraverso l’uso del cellulare, la seconda riguarda la fondazione dell’i.a. attraverso la quale capacità umane vengono implementate in una macchina e una terza analizza il cambiamento sostanziale dell’oggetto da strumento privo di vita a oggetto di relazione.

 

Parole chiave: relazione, metamorfosi, Intelligenza Artificiale

 

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La metamorfosi estrema del corpo: i trapianti e l’intruso

di Silvano Tagliagambe
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 85-115

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Quali sono le differenze fra cambiamento e metamorfosi? La riposta a questa domanda ce la possono fornire Le avventure di Pinocchio e i romanzi di Dostoevskij, in particolare Delitto e castigo e I fratelli Karamazov. La malattia e le cure per guarirla stimolano il corpo alla ricerca e alla realizzazione di nuovi equilibri: se il trattamento terapeutico comporta il trapianto e l’innesto di un “intruso” il problema può diventare precisamente: chi è questo “Io”, qual è questo soggetto dell’enunciazione sempre estraneo al soggetto del suo enunciato, di cui è per forza l’intruso? L’uomo comincia a superare infinitamente l’uomo e diventa l’inizio di una mutazione, di una metamorfosi.

 

Parole chiave: cambiamento, metamorfosi, malattia, cura, trapianto, intruso

 

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Metamorfosi di sistema. Il cambiamento come processo nella prospettiva del pensiero sistemico

di Primavera Fisogni e Lucia Urbani Ulivi
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 117-137

6

In questo articolo ci proponiamo di esplorare il concetto di metamorfosi nella cornice del pensiero sistemico, con uno speciale focus sul mutamento come processo. L’approccio interdisciplinare sistemico, che si fa risalire all’uscita nel 1967 di General System Theory del biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy, si presta ad afferrare alcuni tratti di un fenomeno limitato da prescrizioni, dinamiche interne ed esterne operanti su molteplici livelli. Attraverso la lente delle proprietà sistemiche (organizzazione, emergenza, proprietà di secondo livello, dissipazione) e utilizzando lo strumento inferenziale abduttivo, l’indagine sonderà ciò che non è esplicito facendo luce sull’intrinseca opacità degli enti, senza pretese esaustive. Introducendo un quasi-livello di spiegazione, il pensiero sistemico dà conto dei continui cambi strutturali degli oggetti, costituzionalmente meta-stabili. L’incompletezza del processo, dovuta alle proprie e specifiche fluttuazioni intrinseche, tuttavia, può aprire spiragli di novità proprio grazie all’ottica del systemic thinking.

 

Parole chiave: processo, dinamica, metamorfosi, identità, possibili realizzabili

 

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Simmetrie e metamorfosi

di Giuseppe Vitiello
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 139-160

7

In teoria quantistica dei campi con rottura spontanea della simmetria, la medesima dinamica dei componenti elementari del sistema si manifesta in una molteplicità di forme (ordinamenti diversi) nelle strutture osservate. Il manifestarsi al livello delle osservazioni della simmetria della dinamica può essere descritto in termini formali ben definiti come metamorfosi. La località delle osservazioni è all’origine di tale rearrangement della simmetria. Un ruolo centrale nei processi di metamorfosi è giocato dall’essere in fase (coerenza) delle correlazioni che generano ordine e strutture frattali auto-similari. Il loro carattere dissipativo, la stabilità funzionale, l’insorgere della freccia del tempo vengono anche discussi. L’energia ceduta alle strutture ordinate emergenti dalle metamorfosi, contrariamente a quanto accade per i sistemi disordinati, è distribuita non solo individualmente, ai singoli componenti elementari, ma anche alla rete coerente di correlazioni che li legano. Le considerazioni presentate si applicano alla fisica delle particelle elementari, della materia condensata, alla materia nella sua fase vivente (biologia, neuroscienze) e possono applicarsi, nella formazione di significati, ad aspetti di linguistica nella transizione da livelli sintattici a quelli semantici. Il ruolo della coerenza nelle manifestazioni della dinamica microscopica al livello macroscopico è cruciale per l’estensione della nozione di metamorfosi a tutta la natura.

 

Parole chiave: teoria quantistica dei campi, rottura spontanea della simmetria, ordine, stati coerenti, metamorfosi, morfogenesi, freccia del tempo, significato, sintassi, semantica

 

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I vincoli della trasformazione: riflessioni sulla metamorfosi tra letteratura, filosofia e biologia

di Valeria Maggiore
«atque», 24 n.s., 2019, pp. 161-186

8

Per sopravvivere gli esseri viventi sono costretto a modificarsi di continuo, adattandosi all’ambiente e al variare delle circostanze. In questa costante alterazione formale come si conciliano identità e mutamento? Come può l’individuo preservarsi dal totale dissolvimento in qualcos’altro? Questi sono solo alcuni dei quesiti che nei secoli hanno spinto studiosi di Morfologia, Estetica e Biologia a indagare le trasformazioni organiche. Nella presente trattazione cercheremo di chiarire le somiglianze e le differenze fra alcuni concetti chiave del vocabolario della metamorfosi (trasformazione, permutazione, vincolo, libertà di cambiamento, modularità organica) adottando un approccio multidisciplinare che coinvolge filosofia, letteratura e biologia.

 

Parole chiave: metamorfosi, trasformazione, permutazione, vincoli, modularità

 

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Sulla genesi della partizione tra interiorità ed esteriorità. Analisi fenomenologiche

di Luca Vanzago
«atque», 23 n.s., 2018, pp. 17-29

In questo testo il problema della relazione tra interiorità ed esteriorità viene esaminato da un punto di vista fenomenologico. Partendo dalle nozioni principali di Husserl, la questione viene esaminata alla luce dell’appropriazione di Merleau-Ponty del metodo fenomenologico. In particolare, la questione è discussa alla luce della concezione fenomenologica della natura di Merleau-Ponty, vista come il livello primordiale da cui viene generata la separazione stessa, così come la connessione, tra interiorità ed esteriorità. L’approccio di Merleau-Ponty è basato sulla sua idea di soggettività incarnata e il suo ulteriore approfondimento alla luce di un rinnovato approccio alla Natura.

 

Parole chiave: Husserl, Merleau-Ponty, Uexküll, fenomenologia, interiorità, esteriorità, genesi, genealogia

 

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Contro l’ossessione della fine. Per un “vissuto” di collaborazione

di Ubaldo Fadini
«atque», 23 n.s., 2018, pp. 31-45

Questo saggio mira a mettere in evidenza la possibilità di riformulare la nozione di “esperienza vissuta”, rendendola più flessibile passando dalla sua connessione a un’immagine dell’essere umano in relazione.

 

Parole chiave: esperienza vissuta, relazione, parzialità, collaborazione, altro

 

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Asimmetrie che contano. Wittgenstein sul dolore, la prima persona e le altri menti

di Gabriele Tomasi
«atque», 23 n.s., 2018, pp. 47-81

In questo saggio presenterò alcune delle intuizioni di Wittgenstein sul provare dolore. Si tratta di uno stato in cui sembra farsi avanti il modo distintivo in cui gli stati “mentali” si presentano al soggetto che li vive. Commentando alcuni passi del celebre “argomento del linguaggio privato” e altre osservazioni sulla filosofia della psicologia, mostrerò che Wittgenstein, criticando la cosiddetta “immagine cartesiana” della mente, nel caso del dolore non concepisce la distinzione tra prima e terza persona come un’asimmetria epistemologica. Egli sembra piuttosto pensare che il punto di vista di prima persona sia definito da un senso di appartenenza, dell’esser-mio del dolore che provo perché io sono la persona che lo può esprimere. Dirò anche qualcosa sulla parallela tesi di Wittgenstein, che gli altri spesso riescono a sapere se provo dolore, mostrando che essa non esclude un senso (praticabile) della privatezza del dolore.

 

Parole chiave: Wittgenstein, dolore, “dualismo cartesiano”, espressione, prima e terza persona, privatezza e linguaggio privato

 

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Per un’ontologia del vissuto

di Luca Pinzolo
«atque», 23 n.s., 2018, pp. 83-110

Si tenta una lettura ontologica del vissuto, attraverso una costellazione di spunti teoretici che vengono fatti girare attorno ad alcuni aspetti della riflessione di Levinas. In primo luogo, si cerca di impiegare il “trauma”, e la sua temporalità, come paradigmatico per mostrare come il “vissuto” sia solo eco di qualcosa che si è prodotto altrove e in un altro tempo. In un secondo momento, il “corpo proprio”, anziché luogo o sede privilegiata dei vissuti, viene concepito come crocevia di flussi ambientali – elementi o atmosfere – che lo circondano e lo sovrastano. Si cerca, quindi, di delineare per sommi capi la via verso un’ontologia materialista dell’esteriorità, in cui il motivo naturalistico, pur in certo modo presente, non si chiude in sé stesso, ma apre a una dimensione etica e politica: i vissuti, eventi pre-individuali e a-soggettivi, si producono “tra” i corpi, disegnandoli nei loro profili, certo, ma anche definendone legami e alleanze.

 

Parole chiave: Levinas, fenomenologia, neofenomenologia. transindividualità, ontologia, atmosferologia, interfaccia

 

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