La coscienza e i suoi disturbi

di Luigi Aversa
«atque», 20-21, 1999, pp. 77-86

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  1. La coscienza come processo di ricategorizzazione

 

Volendo condurre una riflessione seria sul complesso fenomeno della coscienza, dobbiamo cercare d’analizzare quegli elementi essenziali e costitutivi che possono servirci per isolare un filo conduttore che faccia da guida al nostro discorso e che nel con tempo tenga conto di quel dato di riferimento estremamente importante che è l’esperienza clinica e psicoterapeutica.

L’analisi fenomenologica della coscienza ha ben messo in luce quali sono i suoi elementi fondamentali e costitutivi, identificandoli nel tempo, nello spazio e nell’intenzionalità. Ma tempo, spazio e intenzionalità non sarebbero sufficienti a qualificare un fenomeno come cosciente, occorre una qualità specifica che pervada questi elementi e li renda fenomeno cosciente: è il vissuto. Occorre che lo spazio sia spazio vissuto e così è per il tempo e per l’intenzionalità. Solo quando questi elementi sono “vissuti” possiamo par lare di coscienza che, in quanto esperienza vissuta, si costituisce non come cosa a sé stante ma come atto o, meglio ancora, come azione continua. Parliamo in­ fatti di flusso di coscienza, di ritmi di coscienza.

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