La coscienza nella metapsicologia postmoderna

di Stefano Fissi
«atque», 20-21, 1999, pp. 153-178

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  1. Crisi della razionalità psicoanalitica e dimensione postmoderna

 

Vi è nella psicologia del profondo una corrente che si dice postmoderna, e come tale mette in discussione i principi di razionalità e di illimitata progressione del sapere dai quali deriva il paradigma psicoanalitico, e tenta un recupero e una riattualizzazione di aspetti precedentemente criticati del passato. Il termine ‘postmoderno’ è ripreso dall’architettura, dove indicava l’opposizione ai valori stilistici del periodo “moderno” (dagli anni Venti agli anni Quaranta), contestandone i principi di razionalità e funzionalità in nome di una più ampia libertà di soluzioni stilistiche; è entrato nella discussione filosofica nel 1979, con la pubblicazione della Condizione postmoderna di ]. F. Lyotard. L’ironia e un rinnovato storicismo eclettico ne sono i tratti salienti, assieme alla tematizzazione della società postindustriale, dove il numero degli addetti ai servizi supera il numero degli addetti al la produzione, e la babelica compresenza di tutte le lingue, accentuata dall’informatizzazione, genera un balbettìo dove ogni lingua scelta è quella buona, oppure si cerca inutilmente il silenzio. Nell’età post moderna la società informatizzata trasforma il sapere, in precedenza inteso come veicolo di emancipazione (nell’illuminismo e nel Marxismo), o come sapere assoluto e disinteressato (nell’Idealismo), in un bene di consumo e di scambio, la cui acquisizione e distribuzione costituisce un processo meccanico separato dalla formazione della cultura. Il processo di trasmissione e circolazione del sapere si svolge attraverso la nuova razionalità determinata dalla “performati vità” dell’informatizzazione.

 

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