La coscienza secondo Hegel

di Italo Valent
«atque», 16, 1997, pp. 143-170

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1. Hegel, pensatore della razionalità a tutto tondo, non si è tuttavia lasciato stregare dalla purezza abbagliante della ragione: «La pura luce e la pura oscurità son due vuoti, che son lo stesso. Solo nella luce determinata – e la luce è determinata dall’oscurità -, quindi solo nella luce intorbidata, si può distinguere qual cosa». Una riserva di tal genere investe anche la pretesa luminosità della coscienza, ovvero di quella condizione umana che si vorrebbe per definizione com pos sui, trasparente, vigile, e che per ciò stesso sareb be sinonimo di certezza e realtà, come reclamava il cartesiano “cogito ergo sum”. Eppure, secondo una antichissima convinzione, desti e dormienti si appartengono tanto quanto giorno e notte: una tesi eraclitea, questa, che inciderà nel profondo il progetto filosofico hegeliano.Ciò non toglie affatto che la coscienza in genera le sia per Hegel rappresentabile anzitutto come luce. 

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